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Lippi eguaglia il record di Pozzo

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Ha molto penato, l'Italia, contro il giovane Montenegro, ammirevole, ha firmato il risultato la goleada romanista, doppio Aquilani, di là Vucinic, metteteci anche un palo di De Rossi, ieri sera attento soprattutto a salvare energie per l'Inter, anche per l'acciacco che ne aveva messo in dubbio la presenza. Grande protagonista Alberto Aquilani, con lui merita segnalazione Zambrotta, in grande crescita, l'Italia ha stretto i denti nella ripresa dopo il calo degli esterni di attacco, ma i tre punti raccolti sono pesanti. Del resto anche l'Eire, l'altra protagonista del girone, ha stentato per domare i ciprioti, rimane solido il primato azzurro, prima o poi segnerà anche qualcuna delle nostre celebrate punte. Avvisaglia poco simpatica, per i romanisti solido presidio della Nazionale di Lippi, quella panchina ospite governata da Filipovic, eversore nei quarti della Coppa Uefa, allora onorata da nomi illustri, della Roma del secondo scudetto: due gol all'Olimpico con il suo Benfica, inutile il pari di Lisbona. Subito rispettate le premesse, il pari con l'Eire era stato da reciproca goleada, una marea di gol mancati, a ribadire talento in attacco e difesa ballerina del Montenegro. per l'Italia tre occasioni in avvio, quindi il gol di Aquilani su iniziativa di Pepe e reazione vigorosa degli avversari, tanti i pericoli in area azzurra però il pari lo ha regalato un contropiede che ha regalato una prateria a Vucinic, bello il sinistro, un gol però che Buffon non avrebbe preso. Roma contro Roma, dunque: a ribadire il tema, ancora Aquilani per la tripletta giallorossa a chiudere un primo tempo senza respiro. E divertente, come sempre accade quando le difese non sono del tutto concentrate. Ripresa di grande sofferenza, ospiti protagonisti ma non arrivano altri gol. Delle due l'una: o Domenech è un genio, oppure i presunti successori, da Dechamps a Blanc, indicati anche come obiettivi del nostro campionato, sono bufale giganti. Arduo giustificare altrimenti la rinnovata fiducia della Federcalcio francese nei confronti del tecnico meno simpatico del mondo.

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