Alessandro Austini a.austini@iltempo.it Mexes paga a caro ...
Mexes è recidivo. Da quando è in Italia (stagione 2004/05) ha saltato per squalifica la bellezza di 23 partite tra campionato e coppe: 17 in seguito alle 8 espulsioni rimediate e alla somma di ammonizioni, altre 6 imposte dalla Fifa per le irregolarità nel suo passaggio dall'Auxerre alla Roma. «Sei un pezzo di m....». Due domeniche fa Mexes si è rivolto così all'arbitro De Marco che gli aveva appena fischiato un fallo inesistente su Maccarone. Il francese ha sbattuto il pallone per terra e ha iniziato a inveire contro il direttore di gara, tirandogli anche la maglietta: già ammonito, è stato punito con l'inevitabile secondo giallo. Ma è quell'insulto, finito lettera per lettera sul referto del direttore di gara, a portare fino a tre i turni di squalifica. Gli stessi comminati a Muntari per una gomitata: le incogruenze del regolamento. Il Giudice Gianpaolo Tosel motiva così la sanzione al francese: «Doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario e per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara; per avere, al 20° del secondo tempo, all'atto dell'espulsione, rivolto all'Arbitro un pesante insulto». Mexes dovrà saltare le partite di campionato contro Inter, Udinese e Sampdoria, salvo uno sconto in appello. Ma la Roma sembra intenzionata a non presentare ricorso. Escluso quello d'urgenza (sarebbe inutile considerato il numero di giornate di squalifica), la società ha sette giorni di tempo per rivolgersi alla Caf. Il regolamento, però, non lascia molto spazio di manovra agli avvocati: dopo aver letto il referto di De Marco, il Giudice Sportivo lo ha applicato alla lettera e in un eventuale appello l'arbitro non potrebbe far altro che confermare la sua relazione. C'è un precedente del 2003 che potrebbe spingere la Roma a cercare lo sconto: Cassano fu fermato per tre turni dopo una situazione analoga e poi lo stop venne ridotto di una giornata. Il barese rientrò nel derby e segnò il gol del pareggio. Ma in quella circostanza l'insulto di Cassano era stato segnalato dall'assistente e non ascoltato direttamente dall'arbitro sul referto. Un cavillo che fa la differenza. La Roma ha già multato il difensore, decurtandogli un terzo dello stipendio mensile: circa 60mila euro. Ora al suo rientro dalla nazionale, i dirigenti decideranno insieme a lui se presentare il ricorso. Ma la pazienza di Spalletti è già esaurita.