L'anti-divo De Rossi da imitare

Il romanista è indiscutibilmente un giocatore di grande classe, oggi forse il professionista più desiderato e corteggiato dai grandi club italiani e stranieri, eppure il suo comportamento - mi riferisco in particolare alle occasioni azzurre - è scevro da atteggiamenti divistici, da prese di posizioni capricciose a proposito del suo impiego tattico: De Rossi va dove gli dice Lippi e si adegua alle strategie del tecnico sacrificandosi nella protezione della difesa, nella marcatura dell'avversario fino a farsi stopper, aspettando l'occasione giusta per proiezioni offensive o per piazzare i suoi famosi e potenti tiri da lontano. Mi piace pensare che questa forte identità professionale faccia scuola, che questi protagonisti positivi di un calcio travolto dal divismo vengano adeguatamente scelti, premiati e protetti dai tecnici, capiti, apprezzati e acclamati dai tifosi. L'operosità e la modestia si addicono a mio avviso al calcio che già conosciamo ma soprattutto a quello che verrà. Credo, infatti, che la grande crisi economica/finanziaria finirà per coinvolgere anche il Grande Gioco e spingerà a scelte oculate e intelligenti. De Rossi, guarda un po', rappresenta anche la ricchezza autarchica, fatta in casa, ch'è poi la vera ricchezza della Roma: basta pensare a Totti, Aquilani, De Rossi, appunto, e ai tanti giocatori di valore ancora in maglia giallorossa o «appoggiati» ad altri club per capire come il futuro romanista sarà comunque garantito anche in caso di difficoltà economiche. La tradizione, le radici, le bandiere: ecco cosa vale davvero, mentre si nutrono irrazionali speranze di esser conquistati da potenti gruppi industriali esotici, magari russi o arabi, da tycoon, petrolieri, sceicchi. Fa effetto, all'aeroporto di Fiumicino, passare davanti alle vetrine di una nota casa di articoli sportivi e vedere esposta la gloriosa maglia rossa del Manchester United sulla quale campeggia il marchio AIG (American International Group) simbolo della crisi di Wall Street. È finita la stagione delle imitazioni d'altri mercati calcistici, teniamoci stretti la nostra realtà, forse più provinciale, certo meno avventurosa. E liberiamoci, appena possibile, dalle banche...