LECCE «Rispetto alla squadra che poi vinse il mondiale ...
..»). Non si preoccupa troppo per gli acciacchi postpartita di De Rossi e Gattuso («Succede sempre dopo una gara - commenta com il tono di chi è molto fiducioso -, vediamo se riusciamo a rimetterli in sesto per mercoledì contro il Montenegro»). E si gode piuttosto suggestioni pedagogiche importanti. «Vedo - spiega - che il mosaico sta prendendo corpo, il lavoro procede bene sul piano dei risultati e della classifica, ed altrettanto bene sulla fusione di menti che sempre fa di un gruppo di giocatori una squadra. Mi è piaciuta molto stanotte una frase di De Rossi: in questa formazione, ha detto il romanista, è facile l'integrazione tra "vecchi" e giovani ed io ne sono l'esempio lampante perché sono arrivato a venti anni e poi ho vinto il mondiale. Ecco - aggiunge il ct - io sono proprio d'accordo e questo mi fa ben sperare...». È così d'accordo con De Rossi, il ct, che promuove il suo quasi omonimo Rossi «a giocatore nato» e uomo «già pronto per questa Nazionale». «Mi piacciono i suoi movimenti e la sua testa, per questo l'ho chiamato prima che finisse la sua esperienza nelle categorie giovanili. Ma è un uomo fatto, ha girato il mondo». Altri invece sono bamboccioni, ma il ct nega ogni riferimento al deludente Montolivo di sabato sera («e comunque nel dibattito sull'argomento a me pare che nella nostra società non siano i giovani a latitare, sono i vecchi che non mollano...»). «I nuovi - chiarisce Lippi - mi sono piaciuti tutti, ed in generale mi è piaciuta la squadra: abbiamo tenuto bene il campo senza correre rischi, e se non abbiamo creato troppe occasioni è stato per l'atteggiamento tattico dei bulgari, molto coperti». Per questo Lippi garantisce che non ricorrerà mercoledì al turn over adottato nella precedente doppia partita ravvicinata (Cipro-Georgia). «Qualcosa cambierò, ma non molto: vediamo prima come va per gli "acciaccati". Ma siamo in una fase diversa della condizione e della stagione rispetto alla doppia sfida iniziale, quindi niente turn over spinto». Spiega la convocazione di Quagliarella al posto dell'infortunato Toni con il suo status di «prima punta che sta andando bene ed ha già esperienza di Nazionale». E passa ad elencare i pregi del prossimo avversario Montenegro: «Fantasia e tecnica, caratteristiche di giocatori importanti». Ma questo, come ripete sistematicamente, non basta a fare una squadra come la sua. Che in più ha qualcosa di psicologico, «quell'unione di menti, quell'alchimia, che ci ha già portato al mondiale».