In un mondo che dà sempre meno certezze, Marcello Lippi si ...
«Perché abbiamo consapevolezze tattiche, tecniche e mentali più radicate che nell'avvio del mio ciclo precedente. Perché la sfida con Berbatov e compagni arriva al termine di una settimana eccellente sul piano della preparazione, un lavoro che mi dà grande fiducia. Ed anche perchè, se mi permettete - replica ad un giornalista tv che nota l'umore diverso - a quei tempi c'era poco da sorridere, le vicende personali erano ingarbugliate nel calcio italiano alle prese con un cataclisma e mi giravano tanto le ...». Ora invece il cataclisma è nell'economia mondiale e nel microcosmo del ct tutti gli indici tendono al rialzo. Tanto che dispensa battute e giochi di parole: «In questa squadra un pò di Pepe farà bene». Senza peraltro venire meno alla vecchia consuetudine di non dare in anteprima la formazione che scenderà in campo. Dove alle certezze forse si aggiunge qualche dubbio. «Di sicuro - ammette il ct - giocherà uno solo tra Toni e Gilardino». Chi, però non si sa, dato che alle evidenti migliori condizioni del viola rispetto a quelle dell'attaccante del Bayern, Lippi contrappone un sibillino «ma non è detto che se uno va male nel suo club dipenda da lui. Può essere colpa dei suoi compagni, ad esempio. O del suo allenatore». Dunque, il ballottaggio Toni-Gilardino sulla punta avanzata in un reparto formato anche dagli udinesi Di Natale e Pepe accompagnerà l'avvicinamento alla partita, come pure quello tra Montolivo e Perrotta in un centrocampo che ha punti fissi Gattuso e De Rossi. Meno forte appare la concorrenza tra Chiellini e Gamberini (favorito lo juventino) nel ruolo di centrale al fianco di Cannavaro, e fermi restando gli esterni Zambrotta e Dossena, inesistente per stessa ammissione del ct il dubbio sul portiere che sostituirà Buffon: sarà Amelia. A proposito dei tanti assenti (l'estremo difensore juventino ed il suo compagno di squadra Camoranesi si sono aggiunti ad una lista formata anche tra gli altri da Materazzi, Grosso, Pirlo, Iaquinta) e di una squadra inevitabilmente «mosaico» e non più «blocco» di qualche grande del campionato, Lippi fa buon viso a cattivo gioco: «Gli infortuni sono sotto gli occhi di tutti, ora però ho questi giocatori e mi soddisfano». Anche perchè il lavoro di integrazione tra vecchi e giovani procede benissimo. I nuovi guardano gli anziani come oracoli, meravigliati dalla loro disponibilità e semplicità. E vedere questi ragazzi così in armonia, con i veterani che dispensano consigli, è per me una grande soddisfazione. I cuori e le menti si sovrappongono al lavoro tecnico e fisico. Si crea così quella chimica, quell'alchimia, che porta alla creazione di una squadra». Ed a pensarci bene anche al sorriso, che poi è la vera caratteristica del nuovo Lippi.