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Domenico Latagliata ...

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«Meno male che c' è la sosta, dovremo farne buon uso». Come? Questo è il dilemma. Ieri il presidente Cobolli Gigli ha ribadito che «Ranieri non si tocca». I tifosi, al contrario, manderebbero volentieri a casa l'allenatore e su internet il tam tam è diventato un urlo squassante: il 70% dei votanti di un sondaggio promosso da vecchiasignora.com vorrebbe esonerare Ranieri. Il quale ha le sue colpe, ma che certo non è l'unico responsabile: «Ogni decisione presa, da quando sono qua io, è stata condivisa da tutti», amava ripetere Ranieri quest'estate. E, allora, tutti dietro la lavagna: per avere preso prima Sissoko e poi Poulsen, due gocce d'acqua che stentano a stoppare un pallone costate 20 milioni di euro. Per non avere capito che alla squadra serviva un giocatore di qualità in mezzo al campo. Per non avere fatto operare Trezeguet alla fine della passata stagione e non a fine settembre. Per non avere ancora scelto un assetto tattico definitivo. Cosa succederà adesso non è ancora chiaro: se davvero società e squadra sono spaccate sul futuro di Ranieri, tanto vale aspettare il meno possibile e non rinviare a domani quel che si potrebbe fare oggi. Dopo la sosta, la Juve andrà a Napoli e certo non sarà una passeggiata, poi riceverà il Real Madrid e giocherà il derby con il Toro. Tre impegni per nulla facili, da giocare per di più con la testa pesante un quintale. Naturalmente è iniziato anche il toto-allenatore, sia per l'oggi che per il domani: Donadoni, Ferrara, Tardelli, Vialli. Chi altro?

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