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Simone Pieretti [email protected] La sala stampa di ...

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All'Olimpico arriva il Lecce, il tecnico biancoceleste non si fida. «E' la partita più difficile di questo avvio di campionato - afferma l'allenatore di Rimini - ormai la Lazio non è più una sorpresa, mi aspetto una formazione arroccata, sanno coprire molto bene gli spazi, non mi aspetto un avversario garibaldino. Per noi é l'esame più importante, siamo in testa da un mese, il primato non è casuale». Pochi i dubbi di formazione, l'intenzione del tecnico è quella di riconfermare la squadra che sette giorni fa ha conquistato il secondo successo stagionale in trasferta contro il Torino. In difesa ballottaggio tra Cribari e Rozehnal per un posto da titolare, per il resto sarà una Lazio a trazione anteriore, con Mauri sulla linea dei mediani e Foggia in appoggio a Pandev e Zarate. A centrocampo, insieme a Ledesma, torna dal primo minuto Brocchi. «C'è ancora tanto da lavorare - continua Rossi - non mi esalto nei successi, non mi abbatto quando arrivano le sconfitte. Ora che sono in testa non mi sento meno responsabile rispetto a quando eravamo lontani dalla vetta. Il paragone con la Lazio di Maestrelli mi onora: l'allenatore di quelle formazione no solo aveva grandi qualità come tecnico, ma era anche un uomo di grandissimo spessore umano e morale. Questa squadra, per genesi assomiglia più a quella che alla formazione allestita da Cragnotti. Lui prendeva il meglio del meglio che c'era in giro nel mondo, noi partiamo un presupposto totalmente opposto». L'entusiasmo non sembra aver intaccato la tranquillità in seno allo spogliatoio, a Formello si continua a stare con i piedi per terra. «La squadra ha lavorato bene - ammette il tecnico - anche se su di noi c'è maggiore attenzione dei media. Di solito sono altre le squadre che vanno di moda, ho capito che è un discorso di natura commerciale. Il mio obiettivo personale è quello di riportare 70 mila persone all'Olimpico, vorrebbe dire che la Lazio sta combattendo per qualcosa di importante. Finora ho vissuto tre anni e mezzo di entusiasmo dormiente, di amore sopito, vorrei che l'amore della gente laziale venisse esternato in maniera assoluta, senza freni». La squadra vola, il primato in classifica è legittimato dalla presenza di Zarate in testa alla classifica dei capocannonieri. «Per caratteristiche l'argentino somiglia a Chevanton - afferma Rossi - ma Zarate è più forte, più efficace. E' un giocatore che ha più estro. Finora ha sempre fatto cose essenziali, non ha mai cercato la giocata fine a se stessa. Partenza sprint? Abbiamo studiato una preparazione a medio, lungo termine: sono convinto che è la testa a far girare le gambe, noi stiamo attraversando un momento di entusiasmo». L'ultima battuta è sul rinnovo contrattuale che non sembra turbare il condottiero laziale. «L'accordo scade a giugno, ma è l'ultimo dei miei problemi: io lavoro come se avessi un contratto per i prossimi 25 anni».

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