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Mourinho cambia «Bologna temibile»

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Perché per lui quella dell'Inter «è una situazione assolutamente normale. Ci sono tante squadre che hanno bisogno di anni di lavoro con lo stesso allenatore per comprendere le idee e giocare in un certo modo, qui parliamo solo di tre mesi». E allora bisogna stare tranquilli, dice Mourinho. Anche se la sua squadra subisce un gol a partita, perché in fondo «solo la Roma in Supercoppa ci ha segnato più di un gol, e nessuna altra squadra ci è riuscita». Nonostante i problemi di infortuni in difesa, che gli pesano molto. Tanto da fargli dire, finalmente, qualcosa di forte: «Se c'è un ruolo nel quale vorrei continuità è quello dei difensori centrali: qui ho trovato una situazione drammatica, con tutti i giocatori alle prese con problemi vari ad eccezione di Burdisso». Per questo Cambiasso più volte è stato costretto a retrocedere nella linea a quattro della difesa, e rischia di doverlo fare anche contro il Bologna, nel caso uno dei titolari tra Cordoba e Rivas fosse costretto ad uscire. Con Chivu fuori, Materazzi e Burdisso squalificati alternative non ce ne sono. La convocazione di Samuel, a dieci mesi dallo stop nel derby dello scorso anno, è una notizia che al momento fa piacere, più che comodo. Come comodo all'Inter, almeno secondo il suo allenatore, fanno la spavalderia e l'istrionismo dello stesso Special One. «Ognuno può interpretare il mio atteggiamento come vuole - spiega - quello che è certo è che l'ultima cosa che vi potete aspettare è che dopo una partita io critichi i giocatori. Io non mi nascondo mai, mi piace che loro si sentano protetti, perchè così l'uomo da battere, quello antipatico, quello incapace, sono io». E allora ci metterà la faccia anche se il risultato col Bologna in crisi nera non sarà positivo. Anche perché la squadra di Arrigoni a San Siro ha già stupito tutti. «Io pensavo che la vittoria col Milan fosse casuale - chiarisce Mourinho - e invece mi sono reso conto che i rossoblù sono più forti di quanto dicano i tre punti in classifica». E allora torna Mancini, rientra Muntari dalla squalifica e Adriano parte dal primo minuto. Insieme a Ibra. Insostituibile, checché dica, e faccia finta di pensare Mou. Che per lo svedese è davvero il numero uno, uno che «mi ha dato fiducia e libertà in campo, quello che mi serve per giocare con le mie qualità». Che «sa quello che deve fare per avere il massimo dai suoi giocatori». Col quale, sempre secondo lo svedese, «tutto è possibile». Di sicuro battere il Bologna, e uscire dal momento no. Altrimenti Mourinho rischia di diventare trasformista sul serio, anche nei risultati e nella reputazione di vincente.

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