di GIUSEPPE SANZOTTA
Le violenze e gli atti di teppismo non sono un gesto di amicizia nei confronti di Sandri, sono un'offesa alla memoria. La passione sportiva, la rivalità tra i tifosi non possono mai degenerare. Per colpa di alcuni i nostri stadi sono diventati delle fortezze, talvolta anche gli sportivi più tranquilli sono costretti a disertare le partite, e comunque obbligati a non seguire la squadra del cuore in trasferta. Un'atmosfera irreale che alla lunga non può che far male al calcio trasformandolo solo in un evento televisivo privandolo di quel calore e di quella passione popolare unica nel mondo sportivo. Gli eccessi, la violenza, il clima di odio nei confronti delle forze dell'ordine e degli avversari rischiano di far saltare il giocattolo. Per questo ci piacerebbe che, proprio nell'anniversario della morte di questo giovane tifoso laziale, i gruppi organizzati prendessero l'impegno di onorarne la memoria con un appello contro la violenza. Sarebbe il modo migliore per ricordare Sandri e per difendere quello sport che tanto amava.