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Lazio, le aquile non osano

Milan - Lazio

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Finisce 4-1, punteggio pesante ma quando Kakà è in serata per gli avversari c'è poco da fare. Naufragio totale in difesa, poco filtro e pochissima personalità: così si spiega il ko che rimanda i laziali con i piedi per terra dopo due settimane vissute al di sopra delle proprie possibilità. Ancelotti lascia due Palloni d'Oro in panchina (Ronaldinho e Sheva) e si affida alla linea verde: dentro Borriello e Pato assistiti da Kakà. Gattuso recupera dopo l'infortunio in nazionale e agisce dove di solito gioca Pirlo. Alla fine Rossi si adegua e non cambia la squadra reduce da due vittorie in campionato. Unica novità rispetto alla Samp è Matuzalem, in attacco fiducia alla coppia Zarate-Pandev. Arbitra Rizzoli di Bologna rimasto ai margini delle grandi partite dopo il celebre triplo «vaffa» di Totti non punito sul finire della scorsa stagione. Si parte col Milan all'assalto e la Lazio troppo timorosa. I rossoneri provano a far valere la loro esperienza e qualche pretoriano di Rossi accusa il colpo. Soprattutto Liechsteiner, abituato ad altri palcoscenici, sbanda sulla destra sugli affondi di Seedorf e Pato. Brocchi lo aiuta poco e allora nasce il vantaggio dei padroni di casa. Solo sette minuti e proprio l'olandese, grazie all'involontaria collaborazione di Ledesma (in pratica un autotriangolo) si presenta davanti a Carrizo e lo infila senza problemi. Il Milan prende coraggio, la Lazio accusa il colpo ma non arretra e prova a ricostruire il suo gioco. Ci vuole un fallaccio di Gattuso a svegliare Ledesma che per 20 minuti non si era calato nella parte. Tant'è, l'argentino si riprende, Matuzalem si accende e dietro il Milan è la banda del «buco». Così dopo un tiraccio di Mauri ecco il pari: Pandev pesca sbilanciata la difesa rossonera, Zarate imbuca col sinistro con l'aiuto di Abbiati. L'argentino mostra le «orecchie» alla curva del Milan che non gradisce. Il pari rivolta ancora la partita, adesso la Lazio domina la scena ma dieci minuti dalla fine del primo tempo un altro aiuto divino per il Milan: Zambrotta ci prova da trenta metri, Carrizo parte in ritardo, la palla si infila all'incrocio dei pali. Ancora reazione dei biancocelesti (in maglia gialla, modello Borussia) che tengono in apprensione il Milan fino al fischio finale di un primo tempo spumeggiante: ma i rossoneri sono avanti. Si riparte senza cambi con la Lazio costretta dal punteggio a fare la partita. Troppi spazi per Zambrotta che sbaglia un assist facile facile, ma è il segnale che la difesa di Rossi non regge l'urto degli avanti rossoneri. Quattro minuti e terzo gol in cassetto: cross di Jankulovski, testa di Pato in anticipo su Rozehnal. Sul 3-1, Lazio ancora più sbilanciata che forse meriterebbe un rigore per fallo di Zambrotta su Mauri. Rizzoli, casalingo e ossequioso quanto basta, fa finta di nulla. Ma ormai c'è solo il Milan in campo. Carrizo compie un miracolo su Kakà, ma poco dopo si arrende a una prodezza da fantascienza del brasiliano: un destro telecomandato che manda in castigo la Lazio e resuscita definitivamente il Milan. C'è anche spazio per il samba di Ronaldinho che colpisce una traversa. Finisce 4-1 con tanta amarezza.  

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