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Pirlo, il rientro si allontana

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Una doccia fredda per Ancelotti, che deve provare a risalire la china senza una delle sue pedine insostituibili. L'esame ecografico parla chiaro, evidenziando una complessa lesione muscolare di secondo grado al bicipite femorale della coscia destra. E allora niente Pirlo fino a novembre, e avanti un altro. Che non vuol necessariamente dire cambio di modulo, visto che contro gli svizzeri Kakà, anche se non in grandissima forma, ha fatto il suo. Così come le due punte, Pato e Borriello. Certo, come sostiene Jankulovski la Lazio è molto più forte dello Zurigo, e quindi non si può dire che in ottica campionato la formazione che ha giocato in Uefa abbia passato il test. Ma intanto ha vinto, e non è poco di questi tempi per il Milan. E sa già che potrà contare sul ritorno in campo di Gattuso, fisicamente a posto anche se convalescente al polso infortunato. I dubbi di Ancelotti, comunque, non riguardano il centrcampo. Ringhio c'è, Ambrosini è stato tra i migliori anche in Europa, Flamini non sta brillando, ma è una garanzia. In difesa a far coppia centrale con Kaladze tornerà Maldini, insieme a Zambrotta sulla fascia. E allora le incognite riguardano soprattutto il settore avanzato. Le opzioni, teoriche, sono tante. Trovare la migliore non è facile. Pato ha segnato ma non ha convinto. Borriello ha convinto, soprattutto Galliani, ma per Ancelotti non ha i novanta minuti nelle gambe, anche se al momento rimane il più indicato per una maglia da titolare. Poi c'è da scegliere tra Ronaldinho, Kakà e Seedorf, coi primi due in vantaggio sull'olandese, nonché capire se la crescita di Shevchenko sia positiva anche per l'assetto tattico della squadra. Problemi, dubbi che vorrebbero avere tutti gli allenatori. A parole. Perché se poi scegli male, o non vinci da subito come è capitato ad Ancelotti, la scelta rischia di passare dall'allenatore alla società, nei suoi confronti. Come di fatto è stato in questo travagliato inizio di stagione del Milan. Ancora senza pace.

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