Ranieri spinge la Juve
Stanno bene e sanno come si gioca in campo internazionale: «è quindi giusto che io li scelga per questo esordio, anche se la ragione principale per cui li manderò in campo è il credito accumulato nelle ultime due stagioni». Stasera la Juve chiuderà quindi definitivamente la porta sul passato recente, su Calciopoli o Moggiopoli che dir si voglia: «Non credo ci sia il pericolo di volere strafare - prosegue Ranieri - Abbiamo la sufficiente esperienza per sapere come affrontare questo tipo di partite. Conosciamo lo Zenit e lo rispettiamo: non lo temiamo, però». Nonostante i russi schierino il gioiellino Arshavin e il portoghese Danny, pagato in estate la cifra record (per quelle parti) di 30 milioni di euro: Loro valgono senza dubbio la seconda fascia della Uefa, la stessa nostra. Dove potremo arrivare? Sono curioso di scoprirlo anche io». Come Del Piero, il quale ha liquidato con un sorriso i quattro minuti scarsi giocati domenica contro l'Udinese: «Mi sono impegnato al massimo e l'ho dimostrato. Ho dato tutto: avevo energie sufficienti per quei minuti». Ne è seguita una risata un po' imbarazzata con Ranieri, il quale ha poi spiegato che l'avere paragonato Boniperti a Del Piero «era solo per certificare la grandezza del mio attuale capitano. Mi spiace se qualcuno ha equivocato il mio pensiero». Dettagli, alla fin fine. La Juve è di fronte a una nuova pagina della sua storia e riparte dalla coppia che più di tutte ha saputo trascinarla ai vertici del calcio nazionale e non solo negli anni passati. Per il resto, la squadra pare fatta: in difesa il dubbio riguarda chi sarà il partner di Chiellini tra Legrottaglie e Mellberg, con il primo favorito visto il passato bianconero. E in mezzo al campo, complice la non convocazione del solito acciaccato Zanetti, Ranieri si affiderà a Poulsen e Sissoko, con Camoranesi e Nedved sugli esterni. «Non mi chiedete se in questo tipo di partite servono di più gambe o cervello - è il parere di Del Piero - Bisogna mettere tutto quel che si ha. Poi, mentre si gioca, magari ci si rende conto che la furbizia è più necessaria della forza fisica. Ma il giorno prima non si può mai sapere: bisogna essere pronti a dare tutto e anche di più». È solo il primo match della nuova Champions League: ma per la Juve vale già come una finale. Se non di più.