Dario Nicolini Un'Inter a due ...

Ibrahimovic che esce palla al piede dalla sua area di rigore. Come Quaresma che rincorre il diretto avversario di fascia fino ai sedici metri di Julio Cesar. E perfino uno come Mancini che ripiega. Senza perdere lucidità in attacco. Colpendo quando ce n'è l'occasione, o se la si crea come nel caso di Ibrahimovic per l'azione del gol di Mancini. E sapendo soffrire sul forcing degli avversari, che in Grecia si sa sono particolarmente ispirati. Ecco l'Inter che vuole Mourinho, l'Inter di Champions che convince ben più che in campionato. Anche se non inizia benissimo contro il Panathinaikos, anzi. Sono i greci a spingere nei primi minuti, a fare la partita. Salvo trovarsi Ibrahimovic tutto solo davanti al portiere greco, liberato da una grande verticalizzazione dell'inossidabile Maicon, già al decimo. Peccato che lo svedese sprechi l'occasione malamente. Ma che i nerazzurri abbiano talento in eccesso rispetto ai rivali lo si vede a ogni tocco. Come quello di Quaresma poco dopo, che costringe a una grande parata Galinovic, che si ripete su Ibra cinque minuti dopo. Non c'è però niente da fare sul tiro a botta sicura di Mancini, liberato da un Ibrahimovic incontenibile per l'intera difesa del Pana. La reazione degli uomini di Ten Cate è veemente, ma solo in occasione della traversa colpita da un tiro di Moon deviato da Materazzi l'Inter rischia davvero. Nella ripresa la storia si ripete. Il Panathinaikos la butta sulla foga, i nerazzurri vanno in difficoltà anche perché ne hanno di meno rispetto a inizio gara. Cleyton si divora il pari. E allora due polmoni come quelli di Muntari, e due piedi come quelli di Figo diventano indispensabili. Ma per terminare con la sofferenza che può costare due punti, se non fosse per un grande Cordoba e fortuna sugli svarioni di Materazzi e Julio Cesar in uscita, ci vuole qualcosa in più. Qualcosa che all'Inter mancava da una vita, e dalla Champions da ben venti mesi. Adriano. Entra e segna, su un assist di Ibra che fa il bis in una giornata dove fa davvero vedere di che cosa è capace. Per il brasiliano una soddisfazione immensa, per l'Inter una vera liberazione. Nelle ultime due edizioni di Champions l'Inter aveva perso in trasferta la prima gara del suo girone, a Lisbona contro lo Sporting e ad Istanbul contro il Fenerbahce. Stavolta la storia, sotto la guida di Mourinho, comincia in maniera nettamente diversa. E Ibra è un fenomeno.