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Luigi Salomone [email protected] Apre Zarate, chiude il ...

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All'Olimpico finisce 2-0 ed è quasi un Lazio-day. Oltre 35.000 spettatori allo stadio con tanti bambini al seguito, una squadra divertente e la voglia di tutto l'ambiente biancoceleste di riscattare una stagione deludente. Senza Dabo, Matuzalem e Rocchi, vale a dire tre sicuri titolari nelle formazioni estive, la Lazio conferma i segnali di crescita intravisti a Cagliari e stende una diretta concorrente per un posto in Europa. Difficile trovare difetti anche se in difesa si deve lavorare per perfezionare gli automatismi. Ma contro Cassano è normale concedere a una buona Sampdoria qualche occasione da gol e in qualche caso il reparto arretrato non è sembrato esente da colpa. Tant'è, c'è sempre Carrizo, Juan Pablo, il portiere sognato per un anno intero, a spegnere le velleità di rimonta della Sampdoria e così la partita è subito diventata una cavalcata trionfale. Già perché la prima mezz'ora della Lazio è uno spettacolo impreziosito dalla gemma di Zarate. L'argentino stoppa il pallone al limite dell'area, con una finta manda in bianco i difensori doriani e spedisce un sinistro telecomandato sotto l'incrocio dei pali della porta di Mirante. Un gol da pazzi, siamo solo al settimo minuto ma la partita è indirizzata. La palla gira che è una meraviglia, Ledesma e Brocchi sono un muro dove sbattono Sammarco e Palombo, Mauri torna ad essere l'ago della bilancia della squadra catturando decine di palloni vaganti, in attacco si va sul sicuro con la coppia Zarate-Pandev. E anche la difesa regge l'urto nonostante qualche sbandata su Franceschini, sul colpo di testa di Bottinelli (scheggiata la trasferta) e su un destraccio di Sammarco. Il finale del primo tempo la Samp sfiora più volte il pari ma dà la sensazione sempre di controllare l'avversario con super Carrizo e gli attaccanti che nelle ripartenze fanno paura. Nella ripresa c'è solo la Lazio. Qualche correttivo a centrocampo per chiudere meglio gli spazi, Cassano imbavagliato e i contropiedisti biancocelesti che dominano la scena. Fino al raddoppio di Pandev, un'altra rete da stropicciarsi gli occhi, alzarsi in piedi e applaudire il genio macedone. Due a zero, tutti a casa a guardare la classifica: finché dura.....

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