Dario Nicolini MILANO ...

Soprattutto a causa di Muntari, un'altra testa calda che al centrocampo nerazzurro, e in generale nell'Inter, non mancava davvero. La manata sulla faccia dell'Oscar per la sceneggiata Tedesco, a sua volta ammonito, costringe i suoi a una ripresa in inferiorità numerica, Mourinho a ridisegnare il centrocampo togliendo Figo, e Moratti probabilmente a ragionare se con Vieira, Stankovic e Materazzi c'era proprio bisogno di un altro abbonato al rosso d'autore nell'Inter. Che almeno s'è fatto espellere soltanto dopo il fortunoso pareggio raggiunto da una 'trivela' deviata di Quaresma, calciata sessanta secondi dopo il bel colpo di testa dell'ottimo Plasmati, che ha anticipato proprio Muntari sfruttando al meglio la bella incursione di Tedesco. E dire che la pre tattica di Mourinho aveva dato i suoi frutti nella prime battute del primo tempo. Zenga infatti non si aspetta Balotelli, un'arma (e che arma, anche se non è al meglio, e si vede) in più rispetto al previsto 4-3-3 del portoghese. Né pensava in un'Inter così sbilanciata in attacco, soprattutto perché a coprire una bella fetta di campo poco più indietro viene lasciato quel Patrick Vieira che di fatto è ancora in recupero di condizione. Ma Mourinho sapeva che il francese ne ha, almeno per un'ora, e ha voluto subito mettere sotto pressione la difesa rossoblù. Così è stato, in effetti, visto che le fasce nerazzurre, tutte portoghesi, spingono, e l'Inter si fa vedere spesso dalle parti di Bizzarri. La svista da calcio d'angolo sul gol del Catania è l'unico vero errore di un primo tempo giocato bene dall'Inter, anche se non ha creato tantissimo. Poi Muntari fa saltare i piani, Figo lascia spazio a Zanetti e l'Inter comincia davvero a giocare. L'autogol fantasma di Terlizzi - la moviola darà ragione all'assistente di linea - a inizio ripresa gli spiana la strada, eccome, anche se poi è solo Inter, perché il Catania finisce lì. Burdisso al 13' di tacco toglie dal piattone di Vieira la palla che avrebbe chiuso l'incontro. Ma c'è solo l'Inter in campo, e continua a puntare la porta catanese. Qualche minuto dopo Maicon fa vedere tutta la sua classe nel dribbling, ma anche un po' di imprecisione nel tiro che, altrimenti, sarebbe davvero diventato un 'golazo' brasileiro. E poi Ibra, smarcato alla grande da Mancini, che sbaglia solo davanti a Bizzarri. Una, due volte. Bravo il portiere argentino, per carità, ma i nerazzurri dilagano, anche se solo nel gioco. L'ingresso di Mancini aumenta ancor di più il divario tecnico delle squadre in campo, e solo l'imprecisione non penalizza ancora di più la formazione di Zenga nel punteggio. Mourinho può sorridere: ha la sua vittoria numero cento, ha una squadra con enorme talento e anche carattere. Ha anche qualcosa da far capire a qualcuno dei suoi, ma per quello, per sua fortuna, c'è ancora tempo.