Da un'orchestra

Quaresma si è presentato con un gol, quello del pari dopo il vanaggio di Plasmati, la cosa più bella il quarto d'ora finale regalato a San Siro da Amantino Mancini. La peggiore partenza della gestione Spalletti, per la Roma umiliata a Palermo. Certo, pesano anche le disgrazie a raffica, da Vucinic bloccato dal di schiena, a De Rossi che deve chiedere il cambio, quasi incredibile per chi conosce il capitano attuale. Però resta il dubbio che il nuovo salto di qualità chiesto alla squadra, dopo tre secondi posti a seguire, non sia stato programmato con felice ispirazione. Mancavano Totti e Vucinic, abbiamo visto nonno Montella e il nipotino Okaka, bravino per dieci minuti proprio come la Roma, che era andata in gol con Julio Baptista, apprezzabile per impegno come Aquilani. Buio per il resto, difesa centrale inedita esposta a tutti i venti dalle velleità offensive di Cicinho e perfino dai lezi di Pizarro, tutto suo il gol del sorpasso siciliano. C'era una volta un'orchestra straordinaria, per il momento si ascoltano pochi solisti, e anche in debito di ossigeno. Tutto questo a tre giorni dall'esordio in Champions, che il calendario vorrebbe morbido, sempre però che la Roma recuperi una pallida immagine di se stessa. Oggi tocca alle altre sei sorelline, risalto tecnico per la sfida dell'Olimpico tra Lazio e Sampdoria: due squadre, e due allenatori, che sanno isterilire il gioco avversario e costruire con identico talento. Non facile per l'Udinese in casa Juve, per il Toro a Reggio, per il Chievo a Lecce, il solo scontro da vertice è Atalanta-Bologna. Chi l'avrebbe mai previsto? Nell'occasionale classifica medio-bassa. promette emozioni forti la trasferta della Fiorentina a Napoli, teoricamente spalti semivuoti, delicatissimo l'impegno genovese di un Milan votato a dimostrare che c'è qualcosa di concreto dietro la facciata di un'immagine lussuosa.