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Di Canio

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Ora attende una squadra da allenare, intanto replica al presidente della Lazio Lotito che lo ha chiamato in causa per i rapporti con i tifosi laziali. Si sente oltraggiato dal suo ex datore di lavoro, ma al tempo stesso si gode la stima tributatagli dai dirigenti inglesi. «Sono orgoglioso che i responsabili del West Ham abbiano pensato anche a me, accostandomi a grandissimi allenatori come Mancini e Bilic: sono un tecnico nuovo, spero che un'occasione arrivi presto». Che tipo di allenatore sarà Di Canio? «Sarò un tecnico diverso rispetto al calciatore che avete conosciuto: stessa passione e stessa professionalità ma cercherò di trasmetterla in maniera differente. Stupirò per la mia tranquillità». É ripartito il campionato italiano. Che torneo sarà? «Sarà più interessante rispetto a quello passato dove il successo dell'Inter era scontato. Mourinho è bravo, ma quando si cambia non è semplicissimo trovare continuità. Le altre antagoniste si sono rinforzate tutte. La Roma ha perso un giocatore importante come Mancini, ma Spalletti farà bene. Il Milan deve risolvere i problemi in difesa: Senderos deve dimostrare di essere un leader. La Juve ha qualcosa in più, la Fiorentina si è mossa bene sul mercato». E la Lazio? «La Lazio è una squadra indecifrabile. Quella vista a Cagliari, almeno per un'ora difetta in personalità. Le caratteristiche dei suoi giocatori migliori la porteranno a giocare nella propria metà campo per poi ripartire. Ha come obiettivo il sesto posto, se non arrivasse in Uefa, sarebbe un fallimento. Altrimenti vorrebbe dire che ci si sta abituando alla mediocrità. Zarate mi piace, ma diamogli tempo di crescere». Il capitano è stato deciso con un'elezione. «È la dimostrazione che all'interno del gruppo manca un leader». Lotito-Rossi, un rapporto particolare. «Non entro nel merito, ma ritengo che un presidente abbia diritto di operare sul mercato come meglio crede. Se il tecnico non è d'accordo, può sempre dare le dimissioni rinunciando ai soldi. Ma se accetta l'incarico, deve tirar dritto senza fiatare». Il presidente della Lazio ha detto che Lei sollevava la Nord contro di lui. «Le dichiarazione di chi gestisce la Lazio in questo momento, mi offendono. Non capisco le ragioni di portare alla ribalta il mio nome, non posso tollerare le espressioni offensive rivoltemi, sia come professionista, che come uomo. Affermare che richiamarmi a Roma fu una scelta tecnica fatta con l'acqua alla gola, dettata dal fatto che la società era senza un euro in cassa, è un'offesa per chi, come me, ha sempre avuto la Lazio nel cuore e in quelle due stagioni mise il massimo l'impegno rinunciando ad un milione e mezzo di euro e riaccendendo l'entusiasmo di una tifoseria delusa. Il primo anno la squadra si fece rispettare: ricordo il derby del 3-1 nel quale feci una prestazione suberba. L'anno seguente ottenemmo sul campo la qualificazione in coppa Uefa, che ci venne in seguito negata per via di qualche telefonata di troppo fatta da chi arrivò ad essere inibito per qualche mese e che ora vuol porsi ad esempio. Lui fece prendere una penalizzazione alla squadra, cancellando un anno di sacrifici». Quando arrivò la penalizzazione Lei era già fuori dalla Lazio. «Permettersi di dire che mi ha cacciato dalla Lazio a "calci in culo" quando si era accorto di che razza di personaggio fossi, è una villania che rivela la natura del gestore. Piuttosto di parlare di calci e di allontanamenti, avrebbe fatto bene a pagarmi gli stipendi che ancora mi deve, posto che erano somme contrattualmente dovute. Del resto, la sua litigiosità è nota: ne sanno qualcosa i giocatori che sono stati esclusi dalla rosa. L'ho sempre ritenuto una figura irrilevante da poter occupare i miei pensieri: delle vertenze se ne occuperanno gli avvocati. Essere nuovamente tirato in ballo in questa maniera, e senza una ragione, mi ha veramente infastidito». Che ne pensa del rapporto tra il presidente della Lazio Lotito e la curva Nord? «Saranno i processi a chiarire i rapporti con gli Irriducibili, così come hanno chiarito altre storie passate del gestore. Mi pare che certe circostanze siano difficilmente smentibili e, in ogni caso, non fu certamente chi adesso mi offende e fa la morale a tenere un contegno coerente con la curva, di cui prima si servì nei momenti delicati del club, per poi criminalizzarla nel suo complesso. Ha offeso tutti quelli che seguono la Lazio dalla Curva Nord da tanti anni e che, ingiustamente, sono stati etichettati indistintamente come violenti e delinquenti. Il gestore dovrebbe farsi un esame di coscienza visto che, nonostante la campagna abbonamenti a prezzi stracciati l'Olimpico, popolato da soli abbonati, oggi sarebbe usemi deserto». Si ma Lotito è anche un uomo che per le sue battaglie è costretto a vivere blindato e sotto scorta dopo le minacce della frangia più estrema del tifo... «Lui dovrebbe spiegarci perchè uno degli imprenditori meno importanti di Roma gira sotto scorta. Io mi chiedo per quale motivo la sua scorta debba essere pagata dai contribuenti, quando persone molto più importanti di lui non ce l'hanno. Comunque Lotito girava sotto scorta privata anche prima che ci fosse la spaccatura con la tifoseria, aveva il guardaspalle anche il primo giorno che sono arrivato a Formello. Quindi non accolli ai tifosi della Lazio anche questa responsabilità».

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