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Esposito saluta: «Non ho mai capito quei fischi»

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Mauro Esposito, una nuova maglia e tanti propositi. Quali? «Prima di tutto ho una gran voglia di giocare con continuità. Quello che negli ultimi due anni a Roma non mi è mai stato concesso. Sono fiducioso perché il Chievo è una squadra che con il suo 4-3-3 sembra particolarmente adatta alle mie caratteristiche». Una continuità di gioco che a Roma non è riuscito a conquistarsi. «No, ma sono certo di aver dato tutto. È stata comunque una bella esperienza che mi ha dato la possibilità di giocare in una grande squadra e di calcare il palcoscenico della Champions League. Sono voluto andare via da Roma perché ho bisogno e voglia di giocare. Quest'anno forse avrei trovato più spazio, ma non ancora quello che voglio». Problemi nei rapporti con Spalletti? «I rapporti con il mister sono sempre stati buoni. Lui è sempre stato corretto con me. Quando sono arrivato avevo ancora problemi al ginocchio e nei primi mesi a Roma ho sicuramente pagato i guai fisici. Inoltre la Roma è una squadra in cui non è facile inserirsi: giocano a memoria e sempre gli stessi giocatori da anni. Per uno nuovo è difficile trovare spazio». E poi qualche fischio di troppo da parte dei tifosi. «Era solo una minoranza della curva e non mi sono mai spiegato i motivi di quei fischi. Roma è una piazza esigente dove non ti perdonano nulla. Forse si aspettavano di più da me».

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