Troppi stranieri nel nostro calcio

L'occasione, la consegna a Coverciano dello «scudetto» di campioni del Mondo agli azzurri. «Presidente, mi rivolgo a Lei: ci sono troppi stranieri nei nostri campionati, e non solo nel calcio. So che la strada del 6+5 è dura, ma va perseguita. Altrimenti le Nazionali saranno danneggiate», ha detto Petrucci a Blatter, presidente della confederazione mondiale del calcio. La situazione attuale è complessa. La presidenza di turno francese dell'Ue ha portato al riconoscimento della specificità dello sport, ma dalle «dichiarazioni di principio sotto la guida di Sarkozy si deve entrare nel concreto»: ovvero riconoscere - secondo Petrucci - che se lo sport non è come una qualsiasi altra attività commerciale o sociale dei paesi europei, «dove non esiste una Nazionale ma solo interessi di un paese poi globalizzati», allora deve esser consentito loro di porre un limite all'uso di sportivi stranieri. «Finchè ci sono queste leggi le rispettiamo - ha aggiunto Petrucci, ricordando le aperture cui calcio e altri sport sono stati costretti dalla sentenza Bosman in poi - Ma come si fa oramai a gestire lo sport, se certi campionati sono fatti solo per stranieri?». L'occasione per il nuovo appello - che Petrucci ha rivolto a Blatter ma in sostanza anche al governo italiano («non so dire i tempi per un progetto italiano, ma ho fiducia nella presidenza Sarkozy a guida dell'Ue e nel semestre a guida Berlusconi») - è stata fornita più dalla riflessione del ct Lippi sul flop dell'Italia a squadre alle recenti Olimpiadi, che non dall'arrivo dell'ennesimo straniero della serie A, il portoghese Quaresma. «Non son convinto come il ct che se le squadre italiane a Pechino sono deficitarie è uno specchio della nostra società - ha detto Petrucci - Piuttosto, una parte di causa ce l'ha l'alto numero di sportivi stranieri. Non tutto, certo: ma guardate il caso del basket, che ora fatica a trovare la qualificazione per l'Europeo. E andate a vedere quanti dei giocatori in Nazionale hanno spazio nei loro club, e l'età media». Dell'argomento Petrucci ha anche parlato in un colloquio riservato con Blatter, prima della cerimonia di consegna dello scudetto Fifa agli azzurri: il presidente del calcio mondiale ha fatto presente che le grandi Federazioni - dalla Francia all'Inghilterra, e anche la Russia - sono con lui. Ma l'ostacolo delle normative europee resta alto. «La specificità dello sport è sacrosanta - ha concluso Petrucci - L'integrazione in Europa non è a rischio per questo. Altrimenti facciamo una cosa: si cambi la legge, non esistono più giocatori delle Nazionali, ma giocatori del continente». Quello della vecchia Europa, alle Olimpiadi di Pechino ha perso il 40% delle medaglie olimpiche a squadre rispetto a quattro anni prima, ad Atene.