Un affare tra cinque sorelle

La qualità del campionato non è legata alla presenza di uno o due fuoriclasse in più, piuttosto all'equilibrio che non ci potrà mai essere fino a quando saranno troppo diverse le risorse economiche. A quelle di base, si devono aggiungere quelle offerte dall'iniqua divisione delle risorse televisive. Mi pare che ci sia poca voglia di applicare interventi che almeno dimostrerebbero la direzione verso la quale bisognerebbe muoversi. Sta di fratto che gli acquisti più importanti se li sono permessi le uniche squadre che potevano permetterseli. L'Inter ha preso Mancini e Muntari, il Milan Ronaldinho e Flamini, inoltre ha recuperato Abbiati, Borriello e Shevchenko, la Roma Riise e Baptista, la Juventus Amauri, la Fiorentina Gilardino e Felipe. L'impressione è che si sia tornati alle cinque sorelle senza la Lazio che non mi pare da corsa. È dal 1990 (scudetto alla Sampdoria) che non si esce dal triangolo Milano-Roma-Torino. Due terzi delle squadre hanno come unico obiettivo quello di non retrocedere. In realtà la nostra serie A dovrebbe chiamarsi in tre modi diversi, A1, A2 ed A3 dove le uniche incertezze riguardano la linea di divisione tra la seconda e la terza fascia. Alla seconda dovrebbero appartenere, oltre alla Lazio, il Napoli, il Palermo, la Sampdoria e l'Udinese e forse il Genoa. Non credo ci saranno novità sul fronte arbitrale e che si continuerà con il sistema delle designazioni. Da sempre sostengo, inutilmente, il sorteggio integrale ma temo che il nostro paese non sia maturo per una soluzione così intelligente. Buon campionato a tutti.