L'anno della svolta

L'aria è cambiata, ma non del tutto: il gruppo è stato rifondato ma tra i due pilastri della società - presidente e tecnico - affiora un po' di ruggine figlia di incomprensioni dovute allo scarso dialogo. Rossi ha il contratto in scadenza a giugno. Lotito, dopo avergli offerto a più riprese il rinnovo, attende l'esito di questa stagione per riformulare la propria proposta. Nel frattempo ha flirtato con Mazzarri e ha chiesto informazioni su Acori, guardandosi intorno per un eventuale cambio al termine della stagione che sta per partire. Piccole note stonate che non possono tuttavia condizionare l'interpretazione del nuovo spartito. Il presidente Lotito ha costruito una squadra competitiva, riscattando giocatori interessanti, scommettendo su giovani promettenti, puntando su calciatori già affermati, pronti a rimettersi in gioco. L'organico è ricco: Delio Rossi ha a disposizione uomini di qualità, elementi di esperienza e una panchina lunga. Anche troppo. La maggiore difficoltà del tecnico sarà quella di gestire il gruppo: sarà necessario assemblare una rosa di calciatori ambiziosi, tenendo bassa la temperatura dello spogliatoio, nella passata stagione carico come una pentola a pressione. La Lazio come bene supremo: il capitano Rocchi, quest'oggi attore non protagonista, ha già dettato il primo comandamento, ineluttabile. In attesa dei recuperi dell'attaccante veneziano, dell'altro olimpionico De Silvestri e di Dabo, i biancocelesti si ripresentano ai nastri di partenza con rinnovato entusiasmo. Contro la squadra di Allegri - tecnico esordiente in serie A - Delio Rossi si affiderà al 4-3-2-1: «albero di natale» fuori stagione. Il terminale offensivo dovrebbe essere Zarate, puntero tanto tecnico quanto anarchico. Dopo un precampionato disastroso Makinwa dovrebbe essere relegato in panchina. L'altra novità è l'impiego di Brocchi dal primo minuto che darà man forte in mezzo al campo a Ledesma e Matuzalem. Sulla trequarti Pandev e Mauri sono due punti di riferimento imprescindibili, in difesa, davanti a Carrizo, Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal e Kolarov. La società ha agito nei limiti delle possibilità, forse andando anche oltre. L'obiettivo minimo è la qualificazione in Coppa Uefa, ma con una determinazione feroce si potrebbero raggiungere anche risultati più ambiziosi, inimmaginabili. Le aspettative dei biancocelesti solleticano i sogni dei tifosi. D'ora in avanti niente più alibi. Per tecnico e giocatori inizia l'esame più importante: osare si può, si deve.