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Lega-Rai, altra fumata nera

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Si è trattato di un confronto a tappe forzate. Lega e Rai hanno passato tutto il tardo pomeriggio di ieri a discutere per trovare un accordo sui diritti televisivi in chiaro e quelli radiofonici per il calcio che conta, quello di serie A e B. E questo dopo che in mattinata la Lega aveva raggiunto l'accordo con Sky e La 7 per la concessione dei diritti riguardanti la serie minore. Antonio Matarrese, pur convalescente, ha guidato la delegazione della Lega, composta anche dal direttore generale Marco Brunelli e dal presidente di Infront, l'advisor che affianca la Lega nella vendita dei diritti, Marco Bogarelli. Per la Rai la trattativa è stata curata dal dg Claudio Cappon, dal vice dg Giancarlo Leone, dal responsabile diritti sportivi Giuseppe Pasciucco ed anche dal presidente Claudio Petruccioli, che ha avuto con Cappon la procura dal Cda per chiudere eventuali contratti di competenza del consiglio. Ma nonostante l'impegno delle forze in campo, l'accordo non è stato firmato. «Mi dispiace molto - ha commentato Matarrese lasciando viale Mazzini - perchè ci siamo impegnati tanto, ma non siamo riusciti a trovare un accordo, nonostante ci fossimo quasi arrivati. A questo punto prevedo un black out per domenica». «Riteniamo che se domenica non ci sarà il calcio in chiaro nè in video, nè in audio, è una decisione della Lega che non ha accettato le proposte più che ragionevoli della Rai», ha invece sottolineato il dg di Viale Mazzini, Claudio Cappon. «La Rai ha fatto il suo dovere, mettendo in questa vicenda un impegno altissimo. Se la Lega ritiene di privare gli italiani della visione del calcio in chiaro, è una sua scelta. I diritti non sono nostri, non li possiamo prendere con la forza». Il dg ha spiegato che l'offerta finale della Rai alla Lega, accresciuta rispetto a quella precedente, era di 36,5 milioni per tutti i diritti compresa la Coppa Italia. La Lega avrebbe rifiutato anche la possibilità di chiudere l'accordo per un solo anno, l'ipotesi di chiudere la finestra dell'esclusiva alle 23, un accordo limitato alla sola radio, pur di salvare «Tutto il calcio minuto per minuto».

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