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Pochi come lui sono stati tanto amati

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Mi dicono i miei, che si trovano da quelle parti, che ieri non si parlava d'altro. Ovviamente Franco Sensi non era personaggio solo nel suo paese ma lo era stato anche a Roma ancora prima di diventare il presidente della squadra della quale era stato sempre tifoso. Proprio da tifoso si è sempre comportato, anteponendo la passione all'interesse, l'amore per la Roma alla ragione. L'esempio più clamoroso e significativo dei quindici anni della sua gestione, lo ha fornito quando ha reagito all'ultimo scudetto della Lazio acquistando Battistuta che, insieme a Francesco Totti, gli ha consentito di ristabilire le gerarchie calcistiche nella Capitale. Sensi ha gestito la Roma come un'azienda di famiglia e quando ha capito che per lui diventava difficile tenere la barra di comando l'ha affidata, con un gesto di amore ma soprattutto di continuità, a sua figlia Rosella. Com'è normale nel calcio la presidenza Sensi non è sempre stata tranquilla, in alcuni momenti ci sono stati anche venti di contestazione, ma i tifosi lo hanno sempre amato perché era uno di loro. Ed anche quando si sono prospettate ipotesi di cessione che potevano anche solleticare l'ambizione dei sostenitori più ambiziosi, quando le trattative, reali o presunte, sono naufragate alla fine sono stati contenti. Pochi presidenti, nella storia turbolenta del nostro calcio, sono stati amati come lui. Angelo Moratti prima e suo figlio Massimo dopo, avrebbero potuto vincere decine di scudetti, profondere capitali più imponenti ma non avrebbero mai potuto stabilire con i tifosi della propria squadra un rapporto così solido e sincero.

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