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Aumentano i paesi e gli atleti. Gli atleti si dividono in due categorie: quelli che le loro Olimpiadi le hanno già vinte partecipandovi e quelli che sono venuti per vincere una medaglia. Quella attribuita al barone De Coubertin (l'importante non è vincere ma partecipare) è una bella frase ma non trova riscontro nella realtà, almeno ai massimi livelli. L'importante è vincere, altro che storie. Andatelo a dire alle splendide ragazze del fioretto, che quando hanno perso per una stoccata dalle russe nella semifinale della gara a squadre erano distrutte. E veniamo ai risultati. Un ottavo posto nel medagliere dopo otto giornate di gara ha del miracoloso e sappiamo che non sarà facile conservarlo. Ci sono tre tipi di medaglie, non solo per quanto riguarda la diversa qualità del metallo ma soprattutto per il rapporto tra preventivo e risultato. Ci sono infatti le medaglie che ci vengono dalla tradizione, quelle attribuite dai pronostici e quelle che ci piovono dal cielo. Dalla tradizione ci arrivano, da sempre, le medaglie della scherma. L'oro di Valentina Vezzali era nei preventivi, quello di Tagliariol almeno nelle speranze. Da Federica Pellegrini volevamo addirittura di più ma il modo in cui la ragazza di Mestre ha cancellato il flop dei 400 con l'accoppiata record del mondo-oro nei 200 vale da solo un capitolo tra i più belli della nostra storia olimpica. È ingeneroso definire piovute dal cielo le medaglie di Giulia Quintavalle di Chiara Cainero e di Andrea Minguzzi se solo pensiamo ai sacrifici che ci sono dietro alle loro imprese. Ovviamente un bilancio che tenga conto solo delle medaglie trascura risultati ed imprese che avrebbero meritato maggiore attenzione e riconoscimenti. I tre quarti posti delle staffette del nuoto sono le conferma della bontà di un movimento in continua crescita. Naturalmente ci siamo già lasciati dietro qualche rimpianto ed alcune delusioni. Si chiamano Aldo Montano, Filippo Magnini, Ylenia Scapin e Paolo Bettini. C'è comunque ancora una settimana per rettificare impressioni e giudizi. Al momento c'è da essere soddisfatti ed è legittimo essere ottimisti.

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