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L'azzurro ha difeso con onore il suo alloro nella 20 km di marcia controllando i primi fino ad oltre metà gara con classe ed autorità. Poi l'attacco risultato vincente del russo Borchin (vincitore in 1h19'02"), l'unico che ha resistito alla falcidia della sua squadra per doping. L'allievo di Antonio La Torre ha provato a seguire le orme del rivale insieme all'ecuadoriano Perez, iridato in carica, e all'australiano Tallent, (sospetto il suo tacco e punta) vincitore della prova preolimpica pechinese, ma quei due-tre metri sono risultati fatali, mentre i due avversari sono andati a completare il podio. Nel finale il finanziere è stato superato anche dal cinese quasi corridore Wang ma ha chiuso comunque in un'ottima quinta posizione (1h19:51) mentre più lontani sono finiti Rubino, 18esimo in 1h22:11 dopo una gara in rimonta, e Nkouloukidi, 37esimo in 1h26:53. «Sono soddisfatto - ha detto a caldo Brugnetti - ora so che posso continuare fino a Londra con grandi ambizioni». Chi ha deluso invece è stato Andrew Howe, la brutta copia del ragazzo che balzò sull'argento mondiale di Osaka. Impacciato non è andato oltre un modesto 7.81 al secondo tentativo dopo il 7.73 dell'avvio con un terzo balzo nullo. «Mi è mancato l'allenamento - le sue parole - ho voluto provarci perchè adoro l'atmosfera olimpica ma questo è uno sport dove non ti puoi inventare niente».

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