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Quando l'altro giorno Giulia ...

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In una giornata che non prometteva per il nostro sport acuti straordinari ci sono piovute dal cielo due medaglie d'oro che nessuno aveva pronosticato e che ci consentono di difendere un quinto posto che ha del miracoloso ma che trova giustificazione nella nostra storia sportiva. Ho scritto che queste due medaglie ci sono piovute dal cielo e me ne scuso perché esse rappresentano il frutto straordinario ma meritatissimo di anni di fatiche, di sacrifici che nessuno avrebbe conosciuto se non fosse arrivato a compensarle l'oro olimpico. La crudeltà ma anche il fascino di certe imprese sportive stanno nelle piccole differenze che possono determinare un risultato ma nelle drammatiche e forse ingiuste conseguenze che ne possono derivare. Se la Cainero avesse perso lo spareggio per l'oro con le sue avversarie, avrebbe avuto due righe e difficilmente una rapida citazione in tv. Lo stesso sarebbe accaduto a Minguzzi se non avesse trovato le energie ed il coraggio per rovesciare l'esito della sua finale della greco romana. Le Olimpiadi sono grandi e crudeli perché arrivano ogni quattro anni, spesso una sola volta nella vita e nella carriera di un atleta. Ci sono discipline - e quelle della Cainero e di Minguzzi sono tra queste - che non ti danno la ricchezza ma ti possono ugualmente cambiare la vita. Chiara ed Andrea non hanno ancora avuto il tempo per rendersene conto. Federica Pellegrini era una star ed una diva prima di vincere l'oro e lo sarebbe rimasta anche se non avesse vinto. Nello sport e nella vita ci sono meccanismi che non sono legati alla fatica, ai meriti, al talento, alla passione. La Pellegrini metterà la sua medaglia d'oro tra i tanti trofei che ha già conquistato e che conquisterà, Chiara ed Andrea conserveranno la loro medaglia d'oro come una reliquia, oltre che come ricordo del momento più bello della loro vita.

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