PECHINO Non è mica un mistero e se qualcuno avesse un ...
Ma qui, lungo gli sconfinati viali della capitale della Repubblica Popolare, questa antipatia diventa più palpabile. Non solo per una questione politica. Ma anche per questioni più pratiche. Sì perché l'uomo più potente del Mondo ha deciso di fermarsi qui a Pechino. Venerdì la cerimonia d'apertura e ieri, in un delirio assoluto di guardie del corpo e misure di sicurezze, un giro per i siti olimpici a tifare prima quel fenomeno di Phelps, il nuotatore che vuole vincere 8 medaglie d'oro e poi appresso al Dream Team, la squadra dei sogni di basket. Unico o quasi tifoso, nel palazzo dello sport di Pechino, della squadra a stelle e strisce. Ma non è certo questo quello che ha dato fastidio ai cinesi. Quanto lo stravolgimento che necessariamente, per ragione di sicurezza, questa grande città ha dovuto subire. Anche in una giornata apparentemente tranquilla come la domenica di ieri. Dunque, malgrado le targhe alterne e la pioggia, file interminabili, con gli autisti degli autobus che scendevano dai mezzi per chiedere spiegazioni ai poliziotti. Capaci in un attimo di chiudere le strade con sbarramenti impenetrabili di transenne rinforzate. Così, in poche ore, Pechino è diventata una città paralizzata qua e là, a macchia di leopardo, a seconda degli spostamenti del presidente degli Stati Uniti. Un Bush strafelice dell'oro del nuoto e soprattutto della lezione di basket che i ragazzi del Dream Team hanno inferto alla Cina del gigante Yao Ming. Lui, il presidente scamiciato, col la botton down celeste, ad applaudire sorridente dentro un impianto che vedeva sugli spalti solo tifosi cinesi. Perché tra le pieghe di questa Olimpiadi, e la presenza del Bush-tifoso ne è la riprova più lampante, la sfida è quella tra i due colossi, Cina e Usa per vincere la corsa al medagliere olimpico. Una sfida che, passando per lo sport, vuole anche ribadire i confronti che stanno sorgendo tra queste due grandi potenze. Una situazione che percepisci un pò in tutti gli impianti dove le due squadre si possono affrontare. Il tifo dei cinesi sale quando davanti c'è la bandiera a stelle e strisce. E l'orgoglio degli statunitensi nel mostrare la medaglia più prestigiosa appena vinta, sembra avere quel quid in più di soddisfazione. Ma qui stiamo parlando di sport. La sensazione diffuso è che al cinese di Pechino da ieri Bush sta certamente molto meno simpatico: la domenica fermo sul viale sotto la pioggia, in attesa che l'ennesimo corteo di sicurezza sfili da un palazzo dello sport all'altro e lo lasci immobile e impotente, non era certo quello che aveva desiderato.