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PECHINO Le Olimpiadi sono cominciate. E ed è cominciata la ...

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Quella che si riesce ad intravedere dal finestrino di un taxi, oppure in un viaggio in metropolitana, o magari, sfidando il calco tropicale, facendo due passi (due passi, bè diciamo vere e proprio maratone) in questa città sconfinata. E cosa si vede? Tanta gioventù, tanta voglia di vivere, tante contraddizioni, come quella di un mondo ancora nascosto ai più che cerca di farsi vedere. Ma a non lasciarsi vedere sono le belle ragazze. Si, le fascinose orientali che tante copertine glamour hanno immortalato sulle prime pagine, nei servizi televisivi di moda, negli speciali sulla Cina che sta cambiando. Non le vedi. Come non vedi i bei ragazzi. Anche loro ingabbiati nei jingle televisivi che sponsorizzano il telefonino con due schede e l'attacco web per il computer. Lì, nel tubo catodico che parla in modo incomprensibile, sono belli e belle. Ma per strada non si vedono mai. O meglio: la devi andare a cercare questa bella gioventù cinese. La devi scovare nei locali chic, quelli che fanno il verso sfacciato alla Shangai più occidentalizzata. Sono il Lan, indescrivibile luogo di svago disegnato da quel pazzo dell'architetto Stark. O i Suzie Chen, dove giovani Lolite con gli occhi a mandorla sfoderano occhiali multicolori, discutibili shorts e bovino soft drinks raccontandosi una vita che deve ancora sbocciare. Ma si capisce chiaramente come appartengano ad una minoranza, ad un pugno di gioventù sfuggita alla massa, quella che ti sorride quando vede l'accredito, ma che certo, non potresti definire «bella» secondo i parametri occidentali. Non che siano assoluti, ma ci appartengono. E allora, la tavoletta che accompagna molti inviati latini in queste maxi trasferte di lavoro, quella dell'avventura esotica, non ha ragione di esistere. Perché se a non sfiancarti sono le ore di lavoro, il caldo opprimente, i pasti saltati per colpa del fuso orario che obbliga a giornate lavorative di tante ore, ci pensa questa Pechino piena di giovani con la faccia un pò così. Le colleghe confermano: i cinesi sono bruttini. Gli fanno eco i galletti sempre pronti a scatenarsi in improbabili avventure. Ma la domanda che resta sospesa è: loro, cosa pensano di noi? Sorridono e certamente diranno: che brutti 'sti europei….

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