Ormai ci siamo, ancora poche ore e poi la tanto tribolata ...
Quella del calcio, per esempio. E non solo perché il nostro tanto amato sport, qui, fa da comprimario, malgrado Ronaldinho e Messi. Ma soprattutto perché «batte» la provincia cinese, quella lontana dai riflettori della capitale o dai grattacieli di Shangai, altra sede del torneo di football. Città come Tianjian o come Shenyang e soprattutto come Qinhuangdao (pronuncia Cin huan dao), dove l'Italia sta giocando il suo debutto con l'Honduras e dove domenica giocherà contro La Corea del Sud. Dimentica i grattacieli di Pechino, i grandi viali illuminati e puliti, l'efficientismo di una megalopoli che vuole essere il centro del Mondo. Qui c'è ancora la Cina rurale, quella dei contrasti e della povertà. Grattacieli figli della sfrenata edilizia comunisti e le case povere a contrasto lungo strade attraversate da un tenore di vita che rasenta il limite della fame. Certo, lo sforo orgoglioso delle autorità locali, è notevole. Bandiere colorate, fiori innaffiati di continuo per non morire nella canicola umida dell'agosto cinese, sorrisi che malcelato l'impossibilità di comunicare. Sì perché qui l'idioma è solo il cinese. Ed allora può capitare anche che al ristorante per chiedere una bottiglia d'acqua ci si debba alzare, andare in cucina, aprire il rubinetto e far vedere il prezioso liquido che scende, per far tirar fuori da un frigorifero nascosto il prezioso involucro da mezzo litro. I problemi che aveva anche Marco Polo sulla via della seta. Non basta internet e il telefonino, non è sufficiente l'hotel a cinque stelle in riva al mare: la forma non è sostanza. E forse è proprio questa, nella sua vastità, la Cina silenziosa che vive senza sussulti d'orgoglio questa Olimpiade. Perché se a soli 300 chilometri ad Est di Pechino c'è un muro che divide, quello della lingua, chissà cosa si potrebbe trovare ancora più in là, o magari nelle sperdute province al confine con Russia e Mongolia. Un pezzo di Cina «vera» per l'Italia del pallone, che vive insieme a tutte le altre squadre del torneo di football in una unica grande struttura. Uno spirito di unione e di fratellanza, non solo olimpica, ma anche di condivisione di parametri molto diversi da quelli che si possono trovare per le strade di Qinhuangdao. Cina vera, contrasti e nessuno che parla inglese. Come, tanti anni fa, era la Pechino che oggi ricca di luci e grattacieli, fa il verso a Shangai nella corsa più sfrenata alla globalizzazione.