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Manca ancora l'ok di Schuster, preoccupato dall'infortunio di Sneijder. Ma i continui contatti delle ultime ore hanno avvicinato le parti: l'accordo è a un passo. Il Real, scartata l'ipotesi del prestito, è partito da una richiesta di 15 milioni di euro, poi scesa a 12 nel momento in cui ha capito che Baptista vuole solo la Roma. I giallorossi sono arrivati ad offrire 9 milioni più 2 di bonus legati alla qualificazione in Champions per le prossime stagioni. L'intesa verrà trovata a 10 più 2. Il giocatore è in Colombia con il Real per un'amichevole che si giocherà oggi, mentre il dg Mijatovic è rimasto in Spagna: da domani in poi Pradè, che non ha seguito la squadra in Egitto, può volare a Madrid. Il procuratore di Baptista conferma lo stato avanzatissimo della trattativa. «La Roma ha contattato il Real Madrid - svela Menendez a laromasiamonoi.it - e l'offerta si aggira intorno ai 12 milioni di euro. Noi non siamo stati ancora contattati ma sono sicuro che troveremmo l'accordo in brevissimo tempo. Julio ha parlato molto spesso con Doni e sarebbe entusiasta di trasferirsi nella Capitale, per il club, l'ambiente e il calore dei tifosi». Per la «Bestia» è pronto un contratto quadriennale, con ingaggio vicino al tetto massimo di 2,5 milioni di euro a stagione più ricchi premi. La Roma ha deciso di accelerare la trattativa per il brasiliano dopo le nuove difficoltà nella ricerca dell'esterno. L'obiettivo resta lo stesso: Malouda. Ma serve ancora pazienza. Anche in questo caso dipende tutto dal Real che nelle ultime ore è tornato pessimista sull'acquisto di Ronaldo che libererebbe Robinho verso il Chelsea. A Trigoria non vogliono farsi trovare impreparati e studiano le alternative. Non è escluso che nel suo viaggio a Madrid Pradè possa parlare anche di Drenthe. Schuster, però, non vuole cedere l'olandese che in ogni caso partirebbe solo in prestito. L'ultimo nome: Ljungberg, svincolato dal West Ham. E Benayoun del Liverpool non è stato ancora scartato. Da ieri è ufficiale: Mutu ha rinnovato con la Fiorentina fino al 2012. Spalletti se n'è fatto una ragione.