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Le esagerazioni di Pechino cominciano in aeroporto

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Ma da allora la "spilungona" dell'Italnuoto di strada, anzi di vasca, ne ha fatta tanta, vincendo titoli e medaglie anche se per ora solo a livello europeo. Le idee e gli obiettivi sono però chiarissimi e quanto a determinazione la Filippi non è seconda a nessuno: per questo dopo l'ultimo mondiale (Melbourne 2007) in ombra per un prolungato problema fisico, l'azzurra dell'Aurelia nuoto allenata da Cesare Butini ha finalizzato gli sforzi, virando sempre di più verso lo stile libero. Scelta premiata dal recente record europeo dei 1500 sl ai campionati italiani: accantonato il dorso (anche per la sovrapposizione delle gare nel programma di Pechino), la Filippi punta tutto sugli 800 sl, non trascurando i 400 misti però. «Negli 800 sono messa bene - sorride la nuotatrice - non dico niente, ma posso dire la mia». Di avversarie molte, a partire dal Laura Manaudou per finire con l'americanina Katie Hoff. Alessia però non pensa alle avversarie, vuole solo batterle. «La gara della vita non esiste, la puoi definire così solo dopo che l'hai fatta. Cero quella olimpica non è una gara condominiale ». Ore e ore in piscina, dedizione totale al nuoto, l'azzurra è anche impegnata nella lotta al doping: e proprio la questione, in vista dei Giochi, la fa riscaldare. «Non ci sono ancora i controlli incrociati che invece servono».

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