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le medaglie si decidono nei tribunali

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Baldini, classe 1985, assicurano i tecnici, era uno dei favoriti per il titolo di fioretto alle prossime olimpiadi, una gara che i nostri schermidori tra il 1912 a Stoccolma (Nedo Nadi) ed il 1996 ad Atlanta (Alessandro Puccini) hanno vinto ben otto volte per non parlare dei successi di Irene Camber, Antonella Ragno, Giovanna Trillini e Valentina Vezzali. Insomma la scherma era iuscita a rimanere al riparo dai problemi e dai sospetti che purtroppo hanno inquinato le cronache sportive degli ultimi anni. Ora mi chiedo quali siano le armi a disposizione dello sport per tentare una difesa. Tra queste pare non possa esserci l'efficacia delle raccomandazioni che da ogni parte si levano per far capire ai giovani che la via per cercare scorciatoie è sempre più complicata. In parole povere è sempre più difficile farla franca. Perché temo che alla fine sia ancora questa la preoccupazione maggiore di chi cerca questi vantaggi. I pericoli di compromettere la propria salute, di dover scontare più tardi le conseguenze terribili di questi aiuti, vengono con disinvoltura dimenticati o sottovalutati. Alle preoccupazioni di carattere generale che turbano la vigilia dei Giochi di Pechino si aggiungono quelle determinate dalle probabili defezioni che molte rappresentative dovranno registrare. Senza considerare che sarà lungo e laborioso il processo per considerare definitivi i risultati espressi sul campo. Il doping, prima e dopo Ben Johnson, ha tolto certezza agli ordini di arrivo e sarà sempre più difficile vincere questa battaglia.

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