Pechino, Italia pronta per la sfida

Complessivamente la delegazione italiana sarà composta da 347 atleti (215 uomini, 132 donne) che prenderanno parte alle gare di 31 discipline o tornei olimpici. Ben 177 sono gli atleti in divisa, più della metà del contingente azzurro: Guardia di Finanza (41), Aeronautica (25), Carabinieri (23), Forestale (23), Esercito (20), Polizia Penitenziaria (20), Polizia di Stato (18), Marina (9) e Fiamme Gialle, rappresentate per la prima volta da 4 atleti (Sartori e Venier nel canottaggio e Rubino e Nkouloukidi nella marcia) provenenti da un proprio settore giovanile. Qualche piccola aggiunta, dunque, rispetto alle varie proposte formulate dalle singole Federazioni. In prima linea la Fidal, che è riuscita ad inserire in squadra quattro dei cinque atleti considerati in sospeso (l'ostacolista Micol Cattaneo, il marciatore Jean Jacques Nkouloukidi, i maratoneti Ottavio Andriani e Ruggero Pertile), mentre non ha trovato conferma la candidatura dell'ostacolista Benedetta Ceccarelli. Un vero peccato anche l'esclusione del giovane ottocentista Lukas Rifesser, vera speranza del mezzofondo. Proprio l'atletica, con 49 azzurri (27 uomini e 22 donne), ha il numero più alto di rappresentanti in Cina, davanti al nuoto (33, 21+12) e al canottaggio (23, 20+3). Segue il calcio (22), la ginnastica (29, 7+12), la vela (18, 11+7), il ciclismo (12+5), la canoa (16, 10+6), la scherma (16, 10+6), la pallanuoto maschile e femminile (13), la pallavolo maschile e femminile (12) fino al badminton, in cui sarà impegnata la sola Agnese Allegrini. In base alle proiezioni degli ultimi mondiali si potrebbero portare a casa 44 medaglie, mentre qualche dirigente del Coni si accontenterebbe di sfiorare la trentina. In parte ha ragione Petrucci quando afferma che «non conterà tanto il numero di medaglie vinte ma come queste saranno distribuite nelle varie discipline sportive», ma non cadiamo nel tranello di misurare la buona salute dello sport italiano soltanto con la punta dell'iceberg data dall'alta prestazione. Attività nelle scuole, promozione sul territorio, abitudine alla cultura del confronto e diffusione capillare dello sport per tutti sono indici che non vanno sottovalutati nell'attuale contesto socio-economico.