C'è da investire il «tesoretto» con attenzione
Per il momento, è ancora una squadra in fase embrionale: la società ha fatto cassa e temporeggia per le spese, che dovranno essere mirate e realmente utili. Da cancellare la tentazione di nomi illustri, estranei però ai progetti tattici di Spalletti, l'uomo che si è guadagnato il diritto a una fiducia senza limiti da parte della proprietà e del tifo. Innegabile il temporaneo calo di qualità, con la partenza di Mancini, andato ad arricchire la colonia romanista in nerazzurro dopo Samuel e Chivu, e anche di Giuly. Aveva lasciato Barcellona, il francese, confidando in una maggiore visibilità, presenze tante e minutaggio scarso, però contributo significativo a una splendida stagione. Con quella formula magica che ancora induce allo scetticismo i maniaci della punta di peso, pronti a dimenticare i primati di vittorie e di gol, la Roma riparte da una posizione di assoluto prestigio, E se Totti lancia qualche provocazione sulle prospettive della nuova stagione, vuole soltanto sollecitare la società a scegliere i rinforzi che il famoso «tesoretto» dovrebbe garantire. Sembra gratuito parlare di Malouda, prezzo e ingaggio pesanti, quando sulla fascia sinistra è stato già inserito Riise, merita attenzione la fascia opposta, anche se non è facile trovare giocatori di consolidato livello disposti a trasferirsi adeguandosi a lunghe soste in panchina. Pradè sta valutando obiettivi e relativi costi, al momento il giocatore più duttile, dunque più affidabile per gli intenti del tecnico, sembra Julio Baptista, complessa la ricerca di un vice per Taddei. Ma insomma la fiducia è obbligata, quello scudettto mancato per un soffio e i dieci punti di vantaggio su una Juve che sbandiera ambizioni senza limiti, logico valutarli come solide garanzie.