Marco Grassi Che botta ...
Stavolta non c'è di mezzo un'inchiesta della magistratura ma una «semplice» positività. Riccò, vincitore di due tappe e grande protagonista della prima metà di Grande Boucle, è risultato non negativo ai test effettuati dopo la cronometro di Cholet (quarta tappa). Esattamente come lo spagnolo Dueñas, che però era stato sbugiardato già mercoledì. Contestualizziamo un attimo: in seguito alla lotta di potere (per i diritti tv, più che altro) tra UCI (Unione Ciclistica Internazionale) e grandi organizzatori (ASO per il Tour, RCS per il Giro, Unipublic per la Vuelta), ASO ha deciso di estromettere la stessa Unione Internazionale dai fatti di casa Francia. E così al Tour i test antidoping sono autarchici, gestiti direttamente dall'ALFD (Agenzia Antidoping Francese). L'AFLD ha di recente messo a punto un metodo per trovare l'Epo di terza generazione, chiamata anche CERA (è un'Epo a lento rilascio, quindi dura di più e ha minori concentrazioni nel sangue, e ciò rende più facile superare i controlli; si tratta di un prodotto usato negli ospedali e quindi di non facile reperibilità sul mercato); scoperto il metodo, l'AFLD non l'ha annunciato, e ciò le ha permesso di cogliere in tanti con le mani nel sacco: arrivano voci sconcertanti che parlano di una ventina di ciclisti con valori a rischio, e Riccò era stato in precedenza citato come facente parte di questo gruppo di atleti: la sarabanda potrebbe quindi non essere finita. Indubbiamente, grazie a questa procedura, ASO potrà ulteriormente delegittimare l'UCI («Noi abbiamo controlli migliori di loro malgrado i loro proclami»). Tra l'altro si aprono scenari grotteschi, visto che il metodo per trovare il CERA non è ancora stato validato a livello internazionale, quindi l'intera procedura del test (e relativa squalifica) potrebbe essere impugnata dagli avvocati di Riccò. Lui, prelevato dai gendarmi poco prima della partenza della tappa di ieri a Lavelanet (e portato via tra i fischi e gli insulti della folla), è in stato di fermo a Mirepoix, dov'è stato a lungo interrogato, e dov'è stata aperta un'inchiesta preliminare nei suoi confronti: con le leggi francesi rischia due anni di carcere. L'intera Saunier Duval, la sua squadra (il cui bus è stato fermato nel pomeriggio), si è ritirata dal Tour e il team manager Gianetti ha sospeso l'attività per il momento.