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Solo la staffetta tiene in corsa Pistorius

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Si tratta di una buona prestazione che migliora di 11 centesimi il limite ottenuto lo scorso anno al Golden Gala di Roma. Il sudafricano, tuttavia, potrebbe essere scelto come sesto uomo della 4x400 e forse già stamattina o domani la sua federazione annuncerà ufficialmente la squadra per Pechino. Ma proprio su questo punto, alla vigilia della gara è nata una polemica perché Pierre Weiss, segretario generale della Federatletica Internazionale (Iaaf), ha espresso alcune perplessità per ragioni di sicurezza: «La decisione del Tas autorizza Oscar a gareggiare in qualsiasi prova - ha detto - ma correndo in gruppo potrebbe cadere o provocare cadute». Dal canto suo il 21enne che ha anche recentemente inciso un disco ha subito risposto manifestando la sua disponibilità a correre nel team nazionale della staffetta del miglio dichiarandosi pronto, qualora fosse convocato dalla sua federazione, di valutare questa possibilità anche in base ai tempi degli altri candidati. Il ragazzo tanto amato pure dalla stampa italiana per le sue immense doti di umanità, si è detto «sconcertato» per le dichiarazioni rilasciate dal segretario generale della Iaaf, il quale avrebbe lamentato anche il fatto che l'ingresso dell'ormai celebre Oscar avrebbe causato l'esclusione di un altro atleta che aveva contribuito all'ammissione del team sudafricano. Questa motivazione è stata definita da Pistorius «sarcastica», essendogli stato impedito di partecipare alle qualificazioni per il divieto sancito dalla Iaaf e poi ribaltato dal Tas (tribunale arbitrale dello Sport) il 16 maggio scorso. «Sapevo che la qualificazione per i 400 era estremamente difficile - le sue parole - mentre quella per la staffetta si è rivelata un obiettivo più realistico. In ogni caso avrò una seconda chance a Londra 2012, ma non smetterò di credere nelle Olimpiadi di Pechino fino all'ultimo istante possibile». La cosa che più fa riflettere è che Pistorius ha affermato di aver incaricato i suoi legali di «reagire alle provocazioni della Iaaf nei modi opportuni». Insomma, quella che sembrava una vicenda conclusa rischia di riaprirsi nelle aule dei tribunali (speriamo sportivi) ma in realtà in questo momento l'unico ad uscirne sconfitto è lo sport con i suoi valori e le sue regole.

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