La pedalata

Non ci dilunghiamo in particolari, se non per dire che sull'Aspin, ultima ascesa di giornata, c'erano davanti i tre fuggitivi della mattina (Jalabert, Kuschynski e Lang, che sarà l'ultimo a cedere), e alle loro spalle si agitavano gruppetti di altri comprimari (LL Sánchez, De La Fuente e Monfort, e più indietro Szmyd, Efimkin e Arroyo). Già all'inizio della salita Piepoli aveva messo il turbo e Riccò aveva retto bene il gioco di squadra del compagno. Il risultato era stato che i Valverde, gli Evans, i Cunego, i Kirchen, erano subito rimbalzati nelle posizioni di coda del gruppo. Qualcosa significherà, si suppone. Va bene risparmiarsi, va bene rinviare ogni sovraconsumo di energia al tappone dell'indomani, ma se si sta bene non si rimbalza indietro. Ad onor del vero, va detto che Evans era caduto qualche chilometro prima, e può essere che la botta, pur non grave, l'abbia in parte rallentato nell'azione. Ma gli altri? Nessuno degli uomini di classifica aveva ritenuto di dar seguito all'azione dei Saunier Duval, rientrata quindi nel giro di un chilometro. Nella calma piatta di un gruppo dominato (anche tra i big) da troppe figure amorfe e incapaci di regalare un brivido di emozione, a 30 dal traguardo (e 4 dalla vetta) un lampo. Un fulmine: Riccardo, ancora lui. Uno scatto di violenza inaudita, il vuoto alle spalle, i gruppetti che precedevano il plotone riassorbiti uno alla volta, alla velocità della luce. La luce che promanava dallo sguardo cattivo di Riccò, giustamente incavolato per certe dicerie sceme, e pronto a reagire sulla strada, come solo i grandi sanno fare. Preso e superato Lang a un km dalla vetta, su cui Ricky è transitato con 1'20" sul gruppo, si trattava solo di resistere nei 26 km di discesa: e il ragazzo di Formigine non ha tradito, malgrado l'inseguimento di Nibali e poi di Bruseghin: vittoria a braccia alzate nel tripudio, e giornata pronta per le antologie. E oggi ancora Pirenei con la tappa da Da Pau a Hautacam (Rai3 ore 14.30).