Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Uscita, ...

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Così che lascia interdetti la scelta del danese Poulsen per il centrocampo della prossima stagione: come se l'attenzione all'immagine fosse clamorosamente venuta meno, sconcertando anche gran parte della tifoseria sparsa per l'Italia. Ricordiamo ai più distratti come Poulsen rappresenti un autentico monumento alla slealtà e alla vigliaccheria sportiva, non soltanto per le odiose provocazioni che avevano indotto Totti a un gesto infelice. Poi ci sono stati i ripetuti attentati all'integrità fisica di Kakà a San Siro, l'espulsione per un cazzotto a freddo a un collega svedese in Nazionale, difficile ricordare un atteggiamento meno che sgradevole. Auspicabile, intanto, che i nostri arbitri rivolgano al nuovo arrivato tutte le possibili attenzioni, per sterilizzare le furberie a palla lontana, le offese fisiche e verbali. Vederlo nel campionato italiano è una vergogna, tanto da riportare alla memoria i primi Anni Sessanta. Allora, nel mondiale cileno, lo scontro diretto con i padroni di casa si era aperto con il volto di Maschio spaccato da un terrificante pugno, firmato Lionel Sanchez, con una serie di colpi omicidi dello stesso Sanchez, ma anche di Jorge Toro, sotto l'occhio impassibile dell'arbitro inglese Aston. Espulsi Ferrini e David, che avevano tentato di farsi giustizia da soli, l'Italia uscì mestamente dal Mondiale. Bene, nella stagione successiva, gli stadi italiani ospitarono, mi sembra con le maglie del Modena e della Sampdoria, proprio Lionel Sanchez e Jorge Toro. Precursori, in questo caso, della Juve odierna.

Dai blog