Paolo Avesani Se tutte le strade ...
Dopo aver trionfato all'Europeo ed aver conquistato il diritto a partecipare alla Coppa del Mondo, le Azzurre non si sono limitate a occupare uno dei tre posti che davano la qualificazione: hanno vinto la competizione, cedendo due set in tutto torneo. Per i maschietti, sesti alla rassegna continentale, il percorso è stato arduo. Niente Coppa del mondo, ma tornei di qualificazione e prequalificazione. Centrato quest'ultimo appuntamento a Catania, la rappresentativa azzurra ha fallito, carica di infortuni, l'appuntamento di Smirne. Quando la buona sorte si è ricordata dei ragazzi di Anastasi, nell'ultimissima chance in Giappone, Cisolla e compagni hanno fatto centro, alla grande. Ora che il sogno Olimpico è divenuto realtà per entrambi le nostre squadre, si tratta di capire con quali possibilità e aspettative si vada a Pechino. Barbolini ha costruito un gruppo solido e compatto, una squadra che gioca una pallavolo incisiva, organizzata e spettacolare, composta da giocatrici di valore mondiale. Gioli e Piccinini sono stella di primissima grandezza; una diagonale palleggiatore opposto come Lo Bianco-Aguero va oltre i sogni più proibiti: è talento a 24 carati. Il panorama offre compagini di grande livello, come la Cina, padrona di casa e campione in carica, il Brasile, la Russia e Cuba, solo per citare il gotha; ma l'Italia dell'ultimo anno e mezzo non si può nascondere: i successi nel Campionato europeo e nella Coppa del mondo sono risultati d'oro. La Final Six del World grand prix in corso a Yokoama, con le sconfitte patite da Brasile e Giappone (ieri) che chiudono le porte al successo finale, se non deve essere presa con il sorriso, non può rappresentare un campanello d'allarme troppo stridulo. Per quanto importante, la competizione è un passaggio verso le Olimpiadi, nel pieno della preparazione, anche fisica. Lo Bianco e compagne sono, e restano, a pieno titolo tra le favorite per le medaglie ed hanno il carattere per puntare al metallo più prestigioso. Diverso il discorso per i ragazzi. Dopo 4 edizioni in cui, tra certezze (deluse) e speranze, gli Azzurri erano tra i più accreditati, la situazione è cambiata. Alla squadra di Anastasi spetta ora il ruolo, intrigante, di mina vagante. Teoria confermata dalla sconfitta di ieri in World League per mano della Russia (3-1). Il Brasile resta favorito - con margine - dietro ci sono la Russia, la Bulgaria dei gioielli Nikolov e Kazisky, la Spagna campione d'Europa, la Serbia, la Polonia, la ex sorpresa Finlandia, la Polonia e, perché no, Cuba e Germania. Fei e compagni sono in cerca di una nuova identità, con un gruppo parzialmente nuovo, voglioso di far bene a cui il talento, su tutti il nome di Matteo Martino, non manca. Per una volta le pressioni sono su altre spalle; potrebbe essere un vantaggio.