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Per un giorno il Tour parla inglese

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Questo però l'avevamo già detto nei giorni scorsi. Quel che non avevamo detto è che Mark Cavendish è un velocista eccezionale. Non ne avevamo avuto ancora l'occasione, dalla fine del Giro ad oggi. Nella corsa rosa le lodi erano state sperticate, il ragazzino dell'Isola di Man aveva intascato due tappe e una terza l'aveva concessa al suo apripista Greipel. Nei primi giorni di Tour, invece, il britannico, pur attivo negli sprint, non aveva ancora scatenato la sua gamba. L'ha fatto ieri, nella quinta frazione, la più lunga della Grande Boucle (232 km), con arrivo a Châteauroux. Quindi ora possiamo dirlo e ribadirlo: Mark Cavendish è un velocista eccezionale. A soli 22 anni ha sfruttato in maniera perfetta il lavoro della sua e delle altre squadre, quadrando il cerchio con un bruciante assolo di 150 metri, grazie al quale ha piegato le gambe di giusto quei 3 o 4 Dei della volata: nell'ordine, assaporano la sconfitta Oscar Freire, Erik Zabel, Thor Hushovd. Scusate se è poco. La Columbia di Cavendish aveva ben lavorato nel finale per ricucire sui tre fuggitivi di giornata (i francesi Jégou, Brard e Vogondy), ripresi nell'ultimo chilometro, con Vogondy a resistere disperatamente fino a soli 20 metri dallo striscione del traguardo. Ma alle spalle del campione nazionale francese stava già infuriando la volata, con lo spunto irresistibile di Cavendish, bravo a sfruttare anche il lavoro delle altre squadre. Oggi si cambia decisamente scenario, Aigurande-SuperBesse (195 km) significa primo arrivo in salita, seppur non tremendo. Riccò, Cunego, Valverde, Kirchen: in tanti possono vincere, anche lo stesso Schumacher che difenderà la maglia gialla. Diretta Rai3 dalle 15.30.

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