Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

È derby Brasile-Argentina

default_image

  • a
  • a
  • a

Alle origini, però, le statistiche erano indirizzate in modo diverso: la Roma dei Chini, degli Stagnaro, degli Scopelli, dei Guaita, dei Pantò, dei Pesaola, avrebbe accolto il suo primo campione brasiliano a metà degli Anni Cinquanta, il mitico Dino Da Costa, uomo-derby. Certo, altri nomi illustri il Rio della Plata avrebbe offerto ai sogni di gloria dei lupi, un salto di trent'anni prima dell'infelice scelta di Caniggia, compensata l'anno successivo dall'arrivo di Abel Balbo. Steso un velo pietoso su Trotta, una tragedia, e sulla meteora Bartelt, difficile dimenticare Batistuta e Samuel, gli eroi dello scudetto. Paulisti e cariocas rimangono però i primattori delle recite più belle e applaudite della Roma, troppo facile dire Falcao e Cerezo, anche Aldair una leggenda, Zago un campione d'Italia, ai giorni nostri a Trigoria non è cambiata la tendenza, da Doni a Mancini, da Taddei a Juan, fino al misterioso Arthur ultimo arrivato. La Lazio ha avuto sempre grande feeling con l'Argentina, negli anni della guerra giocavano con mio fratello Corrado due splendidi personaggi come Gualtieri ed Enrico Flamini, «el flaco». Ma è naturale che anche il tifoso non giovanissimo rivolga la sua attenzione agli artefici del tricolore, dalla «brujita» Veron, il più amato, a un trascinantore come Simeone, al tuttofare Sensini, a quell'Almeyda capace di miracoli balistici. Poi sarebbe arrivato Hernan Crespo, minore fortuna con il «pjoco» Lopez, raramente intravisto il talento espresso a Valencia. Poi era rimasto soltanto Ledesma, grande leader, ma adesso la colonia platense va ad arricchirsi fino ad assumere dimensioni significative, con l'arrivo tormentato di Carrizo, in un ruolo che aveva vissuto momenti di precarietà dopo l'addio di Peruzzi, e quello del giovane Zarate, grandi promesse. Per mio limite personale, ma molti amici laziali vivono le stesse sensazioni, devo ancora riuscire a inquadrare la nuova Lazio, in via di formazione tra annunci, dispetti e smentite. Di sicuro, all'ombra del Colosseo il duello tra Brasile e Argentina è destinato a vivere momenti palpitanti: e si spera, esaltanti sui due fronti.

Dai blog