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Rino Tommasi WIMBLEDON Ora che ...

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Onestamente siamo aggrappati alla geniale ed imprevedibile follia di Marat Safin piuttosto che alla possibilità che quella macchina schiacciasassi di Rafael Nadal possa incepparsi in una semifinale che lui è pronto a divorare. E' curiosa la sensazione che i quarti di finale dei due favoriti hanno prodotto. A veder Roger Federer strapazzare Mario Ancic c'era da chiedersi chi mai avrebbe potuto metterlo in difficoltà. Il problema era che lo stesso pensiero ti assaliva vedendo Nadal impartire una lezione di modestia ma anche di tennis allo scozzese Andy Murray. In altre parole i primi due giocatori del mondo hanno accentuato in questo torneo la distanza che li separa dal resto del gruppo. Anche se Nadal ha lasciato per strada un set (contro Gulbis al secondo turno) mentre Federer è ancora a punteggio pieno si tratta di un rilievo insignificante. La differenza potrebbe farla invece il diverso grado di difficoltà delle due semifinali. Anche se Federer vanta nei confronti di Safin un bilancio positivo di 8 vittorie e due sole sconfitte nessuno ha dimenticato quella famosa semifinale australiana nella quale Marat, dopo avere annullato un match point, riuscì ad impedire allo svizzero di vincere un ulteriore torneo dello Slam. Sono passati più di tre anni da quella partita ed i percorsi dei due giocatori sono stati molto diversi per cui il precedente non dovrebbe aver più valore ma è anche l'unico motivo cui possiamo aggrapparci se vogliamo sperare di avere se non proprio una sorpresa almeno un po' di emozioni. Il derby dei resuscitati, il quarto di finale tra il tedesco Schuettler (n.94) ed il francese Clement (n. 145) che era stato sospeso per l'oscurità la sera prima ha rischiato di stabilire un nuovo primato di durata. Dopo due interruzioni ed un match point mancato da Clement ha finito per vincere Schuettler per 8-6 al quinto set e 5 ore e 12 minuti. Per quanto riguarda il singolare femminile si è creata un'inutile polemica su una mezza frase di Elena Dementieva, dove dopo aver perduto contro Venus Williams, richiesta di un parere sulla possibile finale tra le due sorelle, ha detto bonariamente che si sarebbe trattato di una «family decision». Sono convinto che la bella Elena volesse semplicemente dire che una finale del genere sarebbe stata un «affare di famiglia». Poiché ai tempi in cui queste finali erano più frequenti (l'ultima la giocarono qui a Wimbledon nel 2003) qualcuno riteneva che il risultato fosse stabilito da papà Richard ecco che sulle parole della Dementieva, a mio parere del tutto innocenti, si è speculato parecchio. Dopo essere stata dominata nel primo set la Dementieva è comunque riuscita ad allungare il secondo al tie-break senza peraltro cambiare il destino del match. Si vuole che la semifinale tra Jie Zheng e Serena Williams abbia stabilito un primato mondiale di ascolto televisivo per il tennis perché la partita è stata seguita da 900 milioni di cinesi. Un numero impossibile da raggiungere senza la partecipazione di quella popolazione. C'è da immaginare la delusione dei cinesi quando la loro giocatrice ha commesso un doppio fallo sul match point a favore di Serena Williams, anche lei come sue sorella Venus giunta in finale senza perdere un set.

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