Tiziano Carmellini t.carmellini@iltempo.it La ...
Sensazioni? «Positive, positivissime, anche se non era una notizia inaspettata. Con la società avevamo già parlato, mancavano solo dettagli. Vedo tanta felicità nei tifosi per questo rinnovo, sono contento». De Rossi uguale un'altra bandiera. «È una fortuna per un calciatore che nutre un sentimento importante per una società. Per me è sempre stato così, anche da bambino e sarà una gioia in più giocare con questa maglia». Come si fa a spiegare un rinnovo così al resto del mondo? «Questo è un progetto importante. Chi non è di Roma secondo me non capisce questo tipo di rinnovo. La società e lo staff tecnico hanno lavorato molto bene. C'è la voglia di continuare a far bene. Non si è mai parlato di quante offerte ha rifiutato la famiglia Sensi alla quale devo un pizzico di gratitudine perchè mi ha reso calciatore, famoso e ricco». Resta a Roma per vincere cosa? «Scudetto e Champions League. Il sogno che ho da bambino, sono comunque soddisfatto di ciò che ho. Del fatto che rimarrò qui. Rimanere, senza vincere qualcosa di grande sarebbe brutto. Siccome rimarrò qui fino a quando mi reggeranno le gambe, spero di alzare qualcosa di più importante: anche se per noi la Coppa Italia è comunque importante. Lo desiderano tutti, un conto è il tifo ed un conto è la carriera, dove vincono tutti e te no». Ha un consiglio per Aquilani, prossimo «rinnovo» della Roma? «I consigli ad Alberto li do in privato. Abbiamo parlato di questa cosa, ci si deve trovare nelle situazioni. Quando si fa un contratto, in qualsiasi lavoro, ognuno cerca di tirare l'acqua al suo mulino. Penso che il desiderio di Alberto sia quello di restare alla Roma e anche la società lo vuole tenere». Ha detto qualcosa a Mutu quando lo ha incontrato? «Gli ho dato un consiglio su come tirare il rigore... (ride). Scherzi a parte, non ho avuto occasione di parlarci. E' un ottimo giocatore, ha fatto bene. La Roma comunque è sempre stata competitiva e lo sarà anche quest'anno. Siamo sulla strada giusta. Abbiamo preso due ottimi giocatori, fino al 31 agosto c'è tempo». Ma l'Inter intanto «pedala»? «Non mi interessa molto. Noi dobbiamo migliorarci. Sappiamo quali sono le nostre possibilità. L'unica cosa, il mercato è lungo, c'è tempo. La Roma ha bisogno di essere puntellata. Non ci serve comprare dieci giocatori. La Roma ha bisogno di acquisti mirati e i primi due sono la dimostrazione lampante che si lavorare in tal senso». Mai avuto dubbi sul rinnovo... nonostante le molte sirene? «Non le ho mai sentite, perché la società le rimandava al mittente. La famiglia Sensi, Rosella, il presidente, Pradè, Conti, la Mazzoleni, non le hanno mai ascoltate. Con i fatti mi hanno dimostrato che volevano che rimanessi. Totti mi ha sempre consigliato di rimanere. Ci sono tante componenti che ti portano a rimanere a Roma. La storia calcistica di Francesco mi affascinava, spero di proseguire la sua stessa strada. Qui sto troppo bene». Parere sullo «Spalletti al Chelsea? «I comportamenti di Spalletti sono sempre stati esemplari. Quella vicenda non la conosco perché ero impegnato agli Europei: la mia era una battuta semplicissima, come faccio spesso. Però il fatto che l'abbia cercato un club così importante che probabilmente dal punto di vista economico può prendere chi vuole, ti fa capire quanto abbiamo lavorato bene, quanto sia bravo lui. Comunque lui rimane l'allenatore della Roma: se ci fossero stati dubbi non mi sarei permesso di fare una battuta del genere. Mi faceva ridere pensarlo al Chelsea». Invece della vicenda societaria che idea si è fatto? «L'ho letta sui giornali.Noi la vivevamo con un pizzico di curiosità, cercando di capire chi potevano essere queste persone interessate: come si dice, chi lascia la strada vecchia per la nuova… Comunque c'era massima serenità: nell'ipotesi peggiore rimaneva tutto così. E non credo sia un grande male». Finita l'era Donadoni, si torna a Lippi. «Sull'allenatore che entra l'ho detto varie volte, mi ha fatto esordire in nazionale, mi ha dato fiducia, me l'ha ridata dopo la gomitata e mi ha fatto rientrare nella finale del mondiale facendomi togliere una soddisfazione incredibile. Basterebbe questo per raccontare la stima che ho di Lippi. Se doveva andare via Donadoni, ben venga Lippi. Poi mi dispiace molto che sia andato via Donadoni». In rigori ora la condizioneranno ancora? «Avevo visto su delle videocassette Casillas molto scattante, ma soprattutto sul basso. Mi sentivo sicuro nel tirarlo alto. ma nei rigori ti puoi allenare quanto vuoi, poi arrivi lì e la porta diventa molto più piccola. Non basta sentirsela per i rigori, devi essere il più freddo possibile». La sorprenderebbe un ritorno di Totti in nazionale? «Mi farebbe piacere, sono valutazioni che deve fare lui. Dal punto di vista fisico, l'ultimo infortuno che ha avuto, potrebbe essere un ostacolo in più. Il Mondiale però può fare da stimolo. Sappiamo il tour de force che ha fatto Francesco per andare in Germania: e a qualcuno non è bastato nemmeno quello per dimostrare il suo attaccamento alla maglia azzurra. Comunque di un suo ritorno non abbiamo mai parlato».