Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

A New York tra i fischi

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Una nemesi sportiva, visto che ad allenare la squadra della Grande Mela è stato chiamato proprio D'Antoni, in uscita da Phoenix. Il baffuto coach, formatosi in Italia tra Milano e Treviso, proverà a restituire dignità ad una franchigia che l'ultimo anello lo ha vinto nel lontano 1973. Poi un lento declino, cui non è nessuno a mettere riparo, nè campioni come Pat Ewing e neppure allenatori vincenti come Pat Riley o Larry Brown. Ed allora non c' da sorprendersi troppo se al momento dell'annuncio della scelta dalle tribune del Madison Square Garden, la prossima arena del Gallo, si sia levato qualche fischio. È normale che i tifosi di New York, tra i quali si annovera il semprepresente ed urlante Spike Lee ed il più pacato Woody Allen, non sappiano bene che talento avranno per le mani. Perché, c'è da scommetterlo, Danilo Gallinari, terzo italiano scelto nella Nba dopo Bargnani e Belinelli, quinto a giocarci se si aggiungono Esposito e Rusconi, ha i mezzi tecnici, fisici ed atletici, per diventare una stella. Lui, meno emozionato di papà, mamma e fratellino al seguito, non s'è scomposto di fronte allo scetticismo dei suoi nuovi fans. «Fa parte del gioco. I tifosi possono aspettarsi da me tutto l'impegno possibile. Metterò le mie qualità a disposizione della squadra. Non conosco personalmente nessuno dei miei compagni, ma so che giocherò in un team che ha molto talento. Mi impegnerò per rendermi utile in attacco e in difesa». Ma se queste parole un po' di prammatica fanno parte del suo nuovo ruolo, poi in rete, sul proprio sito ufficiale «Gallo» ha reso pubblico il suo stato d'animo. «È fatta! Sono frastornato dall'intensità delle emozioni ma vi giuro che le cose appaiono diverse dopo che hai detto sì. C'è la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo grande, un sogno che ho da quando cominciai a giocare e che ora è realtà, sono in Nba, giocherò con i New York Knicks». Ora lo attende un'estate dura, in cui dovrà lavorare per affinare sempre di più la sua tecnica e farsi trovare pronto. «Servirà qualcuno che gli insegni la difesa» ha commentato un soddisfatto e sorridente D'Antoni. Danilo non dovrà andare troppo lontano. Chiederà consiglio a papà Vittorio, l'uomo che in una finale contro Roma fermò Larry Wright.

Dai blog