A Vienna
Invece al traguardo del tredicesimo Campionato d'Europa per Nazioni mancano gli ultimi due appuntamenti viennesi. Stasera si gioca per designare la rivale, nell'atto conclusivo, della Germania. Grande l'armata con le stampelle dell'Imperatore Terim, stavolta l'ennesimo miracolo non è bastato, ha deciso Lahm proprio in «zona Turchia», i tedeschi non avrebbero meritato la vittoria. Per inciso: complimenti agli svizzeri per le critiche a Rosetti arbitro della finale, il loro Busacca ha ignorato colossali falli su Lahm e su Kazim, e complimenti alla Tv di Stato: saltato il satellite, ci sono voluti venti minuti per dare voce al radiocronista. Abbiate pietà di noi. Dunque è il turno delle due squadre di più alto livello spettacolare della manifestazione: la Spagna che soltanto ai rigori ha domato l'Italia, però in modo assolutamente legittimo, e la Russia di Gus Hiddink, mago autentico sotto ogni latitutidine. Si è già discusso, e molto se ne discuterà, di una formula che a livello di semifinale mette nuovamente a confronto due formazioni promosse dallo stesso girone di qualificazione. Quel precedente, rotonda vittoria spagnola, suona campanello d'allarme per i ragazzi di Aragones, digiuni a livello europeo dal lontano 1964, quando si giocava a casa loro e con sole quattro finaliste. La Russia infatti è cresciuta, sul piano del gioco, in misura esponenziale, fino a infliggere un'autentica umiliazione a quell'Olanda che aveva prefigurato un ritorno ai dorati Anni Settanta. Tanti campioni in campo, sui due fronti, grande attenzione degli operatori di mercato, promessa di divertimento, pronostico orientato, però non a senso unico.