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«Furie rosse» anche in economia. Ma non a letto

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«Sono tutte bubbole», aveva dichiarato l'ex premier quando, contro le statistiche di Eurostat che preannunciavano il sorpasso economico, tirò fuori dal cassetto i dati della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Ora dalle «bubbole» siamo passati alle «batoste». I segnali ci sono arrivati già da tempo dal mondo finanziario. Partiamo dalle banche. Se l'italiana Bnl per un soffio è passata in mani francesi, lo spagnolo Banco Santander vuole rifarsi con il Monte dei Paschi di Siena. Gli iberici hanno fatto shopping sulla telefonia tanto che Telecom Italia è finita sotto il controllo di Telefonica. Nel settore energetico, la nostra Enel è dovuta scendere a patti con Acciona per poi, insieme, comprare Endesa. Ma lo smacco più grande la Spagna ce lo infligge su un prodotto in cui siamo maestri: l'olio. Dopo Sasso e Carapelli è la volta di Bertolli a finire nel mirino di Sos, sempre più alle prese con l'Antitrust per la posizione dominante sul mercato italiano. Possibile che l'Italia debba arrendersi alle «Furie rosse» anche sul business oleario? In assenza di una rinnovata cultura d'impresa, restiamo spettatori anche su prodotti come pizza e caffè su cui altri Paesi riescono a far soldi nel mondo. Ma restiamo su Italia-Spagna e veniamo ai conti di tutti i giorni. A Barcellona, con 600 euro al mese, si può affittare un appartamento di due-tre locali nel quartiere storico della Ribera, a due passi dalla cattedrale gotica di Santa Maria del Mar. In Italia un appartamento delle stesse dimensioni in una zona storica di Roma si affitta a non meno di 1.000-1.200 euro al mese. In più nel prezzo degli affitti spagnoli spesso è compreso anche il consumo di energia e riscaldamento elettrico, grazie allo sviluppo nel campo dell'energia eolica, solare e nucleare. A Barcellona un pranzo in trattoria costa mediamente 15 euro contro i 20 euro di Roma. Una birra a Barcellona costa 2 euro, a Roma 3,5 euro. E ancora. A Madrid una corsa in taxi dalla stazione ferroviaria di Atocha fino all'aeroporto di Barajas (circa 16 chilometri) costa 20 euro. A Roma ci vogliono 40 euro per raggiungere dalla stazione Termini l'aeroporto di Fiumicino. Per finire la benzina, che in Spagna costa il 10% in meno che in Italia. Se vogliamo tentare il contro-sorpasso la strada c'è. Spagnola, tanto per cambiare. Almeno dopo la fusione tra Abertis e Autostrade. Ma non è tutto negativo: secondo la Sexual Wellbeing Global Survey di Durex gli italiani a letto sono i primi in Europa in termini di piacere. E gli spagnoli debbono «accontentarsi» del secondo posto. In fondo, è andata peggio a russi e tedeschi che, seppur in semifinale degli Europei di calcio, sono ultimi in classifica sotto le lenzuola.

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