Cronaca di un esonero annunciato
Che si trattasse di un ripiego lo testimoniava quella panchina virtualmente tenuta in caldo per l'eroe della spedizione mondiale: il solo, è giusto dirlo, che avesse privilegiato l'amore per la Nazionale ai soldi, tanti, che i club non sono restii a spendere per un tecnico di alta quotazione. Mi ha sorpreso, dopo la vittoria sulla Francia, che Donadoni abbia individuato salti acrobatici sul carro del vincitore. Vincitore di che? A meno che uscire ai quarti di un Europeo non rappresenti un diploma di laurea, nel quale caso le pareti di casa Hiddink non avrebbero spazio neanche per una farfalla sotto vetro. L'Italia è partita con il piede sbagliato per pura incapacità, da parte del tecnico, di leggere i messaggi del campionato, così da imporre poi rimedi poco lucidi e ancora decisioni molto discutibili per far fronte all'assenza di Pirlo, da Aquilani da sempre renitente alla fascia laterale, a Perrotta che in copertura non vale Camoranesi. Ma ormai tutto questo, con il ritorno di Marcello Lippi già confezionato, ha importanza relativa. Da quando partiranno le qualificazioni mondiali, fino all'auspicabile approdo a Sudafrica 2110, i quadri azzurri dovranno fare i conti con un'anagrafe impietosa, se è perfino lecito interrogarsi sulla presenza del pilastro Cannavaro, che avrà trentasette anni. Clamorosi ritorni sull'onda della fedeltà, Totti e Nesta, restano improponibili per i motivi, impegni stagionali troppo pesanti, che avevano determinato la rinuncia dei due campioni. Non mancano apprezzabili forze fresche, a centrocampo, in rifinitura e un po' anche in attacco, il problema per Lippi sarà quello di poter riproporre una linea difensiva all'altezza delle nostre tradizioni. Anche se, tre gol in quattro gare e nessuno su azione, è dato indicativo sui punti deboli.