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dall'inviato Luigi Salomone VIENNA ...

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Lacrime degli azzurri, in semfinale ci va la Spagna con Fabregas che fa sognare un intero Paese dopo tante sconfitte dal dischetto. Finisce male la nostra avventura all'Europeo e forse anche quella di Donadoni sulla panchina della nazionale. La Spagna è una squadra giovane col cittì vecchio (Aragones compirà 70 anni tra un mese), noi abbiamo una formazione di vecchietti con un tecnico alle prime armi. La qualità media degli spagnoli è superiore alla nostra ma in teoria giocano come più ci piace, lasciandoci il contropiede. Donadoni si affida a Buffon in porta, conferma la difesa che si è ben comportata contro la Francia, sostituisce gli squalificati Gattuso e Pirlo con Ambrosini e Aquilani e dà fiducia alla coppia Toni-Cassano. Sull'altro fronte tutto confermato, con i formidabili Torres e Villa in attacco: del resto, la Spagna da due anni gioca con gli stessi uomini mentre noi siamo in continua evoluzione a livello individuale e tattico. Il biglietto da visita è di nove vittorie consecutive per gli spagnoli (diciotto gare senza perdere mai, dal novembre del 2006 contro la Romania) mentre l'Italia è reduce da un passaggio del turno molto sofferto. Essersi qualificati, come recita un adagio sacchiano, equivale ad essere finiti sotto un treno ritrovandosi senza un graffio. Nulla è impossibile dopo aver visto la morte (calcistica) in faccia e allora gli azzurri si buttano nella partita con cuore e grinta ma con l'attacco spuntato. Fischia Fandel, l'Ernst Happel Stadion è colorato a metà con la marea azzurra posizionata in curva Nord. Avvio di studio con gli azzurri attendisti e gli spagnoli che presentano per venti minuti la specialità della casa: possesso palla, peraltro stucchevole, però con poche verticalizzazioni. L'Italia arretra, costringe gli avversari a giocare male ma costruisce quasi nulla. Il primo tempo sfila via con pochi acuti, quasi tutti spagnoli. I tiri dalla distanza di Villa e Silva non preoccupano Buffon, l'arbitro grazia Ambrosini per un intervento scomposto e da rigore su Villa. Soffre Grosso sulle accelerazioni del fantasista spagnolo e commette anche un fallo netto, ma fuori dall'area (non punito) che fa infuriare il pubblico spagnolo. Gli azzurri, troppo chiusi, si fanno vedere con un colpo di testa di Toni rimpallato da Marchena: tutto qui ed è davvero poco anche perché Cassano gioca tutto largo a sinistra per limitare Sergio Ramos ma, così facendo, finisce per stare a 40 metri dalla porta di Casillas. Certo, la posta in palio è alta, ma il nostro centrocampo è troppo impaurito e non prova mai la giocata difficile per aprire il campo agli attaccanti. Altro che pressing e ripartenze fulminanti, si può parlare solo di catenaccio organizzato non si sa se per scelta o per necessità. Dopo l'intervallo nessun cambio: si riparte con lo stesso spartito. Palla nei piedi degli spagnoli, noi rintanati ad attendere l'errore altrui. Quasi un quarto d'ora e cominciano i cambi con i due allenatori stufi dello stallo tattico di una partita senza sbocchi. Dentro Camoranesi (fuori Perrotta) mentre Aragones inserisce Fabregas e Cazoria al posto di Xavi e Iniesta inconcludenti fino a quel momento. E subito c'è la grande occasione per il neo-entrato juventino: mischione in area, girata perfetta dell'italo-argentino, Casillas salva di piede. È solo un lampo, passano i minuti e Donandoni si gioca la carta Di Natale per Cassano che va sotto la doccia senza lasciare il segno. Senna impegna due volte Buffon dalla distanza e sulla seconda il nostro portiere rischia il paperone, ma per sua fortuna la palla si ferma sul palo. Dentro anche Guiza e Aragones sorprende tutti escludendo Torres, il migliore in campo. Meglio per noi, ma ormai i supplementari sono una certezza ed è giusto così per quanto visto. Il sinistro di Silva riapre le ostilità, la testa di Di Natale costringe Casillas alla deviazione in angolo. Lo imita Toni (finalmente), ma la conclusione è alta. Negli ultimi dieci minuti entra anche Del Piero per Aquilani: Italia col tridente più Camoranesi. È un bel rischio: Donadoni vuole provare a vincere, ma rischia sul tiraccio di Cazoria che finisce fuori. Si va ai rigori sotto la curva spagnola: Buffon respinge il tiro di Guiza, sbagliano però De Rossi e Di Natale, Fabregas porta gli spagnoli in semifinale: giovedì incontreranno la Russia.

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