Con la doppietta di ieri la Ferrari ...
Ce n'è insomma abbastanza per considerare matematicamente provato quanto personalmente ritenevo scontato fin dallo scorso inverno: senza più il flusso di spiate che trasferiva know-how da Maranello a Woking, la scuderia anglotedesca si sta sgonfiando come un palloncino bucato. A immagine e somiglianza della sua squadra, come un palloncino bucato si sta sgonfiando anche Lewis Hamilton. Hamilton è un ragazzo appena al secondo anno di F1, ma neppure l'inesperienza può giustificare la mancanza di autocontrollo che dimostra ogni volta che si trova a gestire una situazione difficile o imprevista. Andare forte non basta: ignorando i semafori rossi o tagliando le chicane per sorpassare chi ti precede, come lui ha fatto ieri, non si diventa campioni del mondo. Unitamente al limitato potenziale tecnico della Bmw, la situazione è insomma tale da restringere la lotta mondiale ai due piloti della Ferrari e da rendere molto meno pericolosa di quanto apparisse appena un paio di mesi fa la politica di lasciarli liberi di darsi battaglia. Solo circostanze eccezionali come quelle verificatesi già ben tre volte (Melbourne, Montecarlo e Montréal) potrebbero infatti consentire a terzi di sfruttare i punti che il finlandese o il brasiliano si toglieranno l'un l'altro. Raikkonen è globalmente più bravo di Massa, ma nella lotta tra i due il ruolo decisivo sembra destinato a recitarlo il celebre «fattore C». O, meglio ancora, il «fattore S» (S come Sfiga). Per lunghi anni suo beniamino, Raikkonen sembrava essersi affrancato dalla Sfiga nel finale dello scorso campionato, quando divenne campione del mondo recuperando 17 punti nelle ultime due gare. Ma quest'anno, tra semafori e scarichi, non gliene va bene una. Massa, dal canto suo, matura di gara in gara. Meno male. Questa (per noi dolcissima) sfida salverà un campionato altrimenti destinato a diventare soporifero, tenendoci svegli fino alla fine.