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Fabregas: vinciamo noi perché giochiamo meglio

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Mancano due giorni al quarto di finale tutto latino, e qui si parla di calcio e si finisce con Berlusconi contro Zapatero. Aragones però si limita a giudizi sul calcio, qualcuno duro contro i suoi («ho parlato a lungo con Sergio Ramos, perchè è un grande calciatore ma a volte fuori dal campo fa cose che non dovrebbe»), ma il vero obiettivo è l'Italia, magari parlando degli assenti. Azzurri svantaggiati per non poter schierare lo squalificato Gattuso? L'uomo che definì Thierry Henry «negro di m...» non ci crede, perchè «se Gattuso è un punto di riferimento per una squadra di calcio, allora io sono un sacerdote. Lui è un lavoratore del centrocampo, l'assenza che pesa è quella di Pirlo: luì si che è importante nella creazione del gioco. In ogni caso, basta con questa storia - continua il ct spagnolo -: i due milanisti sono giocatori importanti, però l'Italia ne ha 23 tutti importanti e chi andrà in campo darà il massimo». Verdetto perentorio anche da Cesc Fabregas, di nuovo in odor d'esclusione: «Vincerà la Spagna, perchè gioca meglio a pallone: supereremo la barriera dei quarti di finale». Più che gli azzurri, Aragones teme la sua squadra, quella paura di non farcela che blocca sempre la Spagna nei momenti decisivi, facendone la grande incompiuta del calcio, la compagine ricca di campioni che da 44 anni non vince niente. «Ho parlato con i miei - spiega - perchè devono mantenere lo spirito vincente che ci ha portato fin qui. L'Italia mi preoccupa, ma ancor più mi preoccupano la mia squadra e il suo funzionamento. Penso che loro ci lasceranno l'iniziativa per tentare di colpirci in contropiede, sta a noi trovare le contromisure giuste. È anche una questione di carattere: l'Italia ha grandi tradizioni e quattro titoli mondiali, ma non dobbiamo pensare agli albi d'oro, perchè domenica s'imporrà chi è più convinto». Sarà anche uno scontro fra due modi diversi di vedere il calcio: «La Spagna ha uno stile diverso da quello dell'Italia - spiega - gli azzurri ne hanno uno molto più difensivo, sono il contrario di noi. Il pericolo principale da annullare è Toni, perchè è molto bravo di testa, e noi soffriamo questo tipo di giocate. Però sono un selezionatore e, come altri miei colleghi, sono convinto di essere alla guida della miglior nazionale del mondo». Che non perde dal 15 novembre del 2006 e con il successo di ieri sulla Grecia è arrivata a nove vittorie consecutive. Lo «score» di Aragones ct è invece di 36 successi in 51 partite, un record che detiene alla pari con Javier Clemente e che domenica a Vienna vorrebbe migliorare a spese dell'Italia, dimostrando che davvero non è un sacerdote, ma un signor allenatore.

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